“Vivo in 16 mq con i topi in bagno”: Pecorelli inizia lo sciopero della fame in Albania

Scrive una lettera indirizzata al giudice della Corte di Appello di Tirana, Dritan Hasani
Una lettera scritta a mano all’interno di un quaderno a righe, indirizzata poi alla Corte d’Appello di Tirana e al giudice Dritan Habani, ma inviata per conoscenza anche al Consolato italiano, in cui denuncia le proprie condizioni di detenzione e annuncia l’inizio di uno sciopero della fame. Una nuova tappa per la vicenda che interessa l’ex imprenditore altotiberino Davide Pecorelli datata 16 giugno, ma pubblicata ufficialmente oggi. “Signor giudice – quello che pubblichiamo è l’intera missiva scritta da Pecorelli – mi chiamo Davide Pecorelli sono detenuto in Tirana presso la prigione 313. Edificio a settore 2-5 camera 2 detenuto 234. Non sono a scrivere questa lettera per lamentare che dal 8 maggio 2025, giorno del mio arresto vivo in una camera di 16mt con 8 persone, topi in bagno e senza acqua corrente. In data 9 maggio 2025 la sua corte d’appello ha convalidato il mio arresto e ad oggi, oltre 2 mesi, non sono state depositate le motivazioni dell’arresto negandomi di fatto il diritto di appellarmi. Le comunico che con decorrenza immediata entrerò in sciopero della fame, finché non verranno depositate le motivazioni dell’arresto”. Si firma poi “Cordiali saluti, il detenuto 234”. Pecorelli, infatti, è stato estradato nel mese di maggio in Albania dopo una condanna di 4 anni per aver inscenato la sua morte facendo ritrovare l’auto presa a noleggio incendiata, con all’interno ossa umane trafugate da una tomba al cimitero. Nove mesi dopo fu ritrovato naufrago su un gommone, noleggiato con identità falsa fingendosi geologo, al largo dell’isola di Montecristo dove si era diretto per cercare il fantomatico tesoro. L'udienza finale del processo è fissata per il prossimo 18 settembre.
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