Un esercito di lavoratori irregolari: un fenomeno sempre più esteso
Badanti, agricoltori ed edili i settori con più irregolari
Secondo un’analisi condotta dalla CGIA di Mestre, ammonta a 68 miliardi di euro il volume d’affari annuo riconducibile al lavoro irregolare presente in Italia. Le persone coinvolte nel nostro Paese dall’economia sommersa sono circa 3 milioni, di cui 1 nel Mezzogiorno che presenta la percentuale più elevata: ovvero il 37,2 per cento del totale, tuttavia, il fenomeno ormai è esteso anche al Centronord.
I 3 milioni di unità di lavoro presenti in Italia che esercitano un’attività lavorativa in palese violazione delle norme fiscali, contributive e in materia di sicurezza, “provocano” un tasso di irregolarità del 12,7 per cento. I servizi alle persone è il settore che “annida” il maggior numero di irregolari: precisamente poco più di un milione che dà luogo ad un tasso di irregolarità di questo settore pari al 42,6 per cento. Tra i comparti più interessati dal lavoro nero scorgiamo l’agricoltura che presenta un tasso di irregolarità del 16,8 per cento (205.800 ULA). Di seguito scorgiamo le costruzioni con il 13,3 per cento (220.200 ULA) e il commercio, trasporti, ricettivo con il 12,7 per cento (691.700 ULA)
Tra le Regioni del centro Italia, ci soffermiamo sui dati di alcune di esse:
UMBRIA: 11,4 % di tasso di irregolarità
TOSCANA: 9,5% di tasso di irregolarità
EMILIA ROMAGNA: 8,7 di tasso di irregolarità
Commenta per primo.