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Mondo Politica: intervista a Michele Boncompagni della segreteria Pd di Sansepolcro

"Il Pd é il punto di riferimento dell’opposizione in città, anche se dobbiamo migliorare"

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È stato consigliere comunale, capogruppo e anche assessore al bilancio del Comune di Sansepolcro nel breve mandato del sindaco Alessio Ugolini. Oggi, Michele Boncompagni è dipendente del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno ed esponente della segreteria biturgense del Partito Democratico. Sempre attento alle dinamiche della politica, analizza il nuovo corso avviato dal Pd a ogni livello.

Boncompagni, vi è stato un cambio di passo nell’attività del consorzio di bonifica?

“Credo proprio di sì. Il consorzio è molto attivo: evidentemente, ogni giorno i grandi problemi dal punto di vista atmosferico fanno capire l’importanza delle manutenzioni ordinaria e straordinaria, quindi si pongono delle riflessioni di ordine anche politico, oltre che tecnico. La politica deve capire che questi fenomeni sono sempre più frequenti, quindi deve pensare a un nuovo modello di sviluppo che porti a cambiamenti, altrimenti non vi sono strumenti operativi per cambiare. In zone nelle quali cade tanta acqua e per tanti giorni non vi sono al momento soluzioni per contenere i fenomeni. I modelli degli anni ’60-’70-’80 non hanno più alcuna ragione di andare avanti”.

Il Partito Democratico di Sansepolcro ha necessità, a suo parere, di svolgere un ruolo più incisivo anche sul piano amministrativo, oltre che politico?

“Credo che il ruolo che stiamo svolgendo sia politico e anche in chiave amministrativa allo stesso tempo: siamo il punto di riferimento dell’opposizione di Sansepolcro. Dobbiamo migliorare non soltanto a livello di pungolo e stimolo, ma anche di proposte che siano all’altezza di una città come la nostra. Il centrodestra rischia di trasformare la città in un dormitorio e non vedo da parte sua alcun modello di sviluppo. Stiamo quindi facendo opposizione a un modello che riteniamo sbagliato, ma dobbiamo essere più propositivi e dare risposte importanti per lo sviluppo. Il nostro modello è senza dubbio diverso rispetto a quello delle colline cementificate (ora non più, per fortuna) e della pianura: noi dobbiamo distinguerci per un elemento di sviluppo che elimina il cemento e che pone all’attenzione un paesaggio da vendere”.

Cosa sta facendo il Partito Democratico nell’ambito di una provincia di Arezzo che da tempo ha cambiato colorazione politica, con pochi Comuni rimasti in mano al centrosinistra?

“Dico intanto che vi sono casi nei quali al governo c’è un centrodestra anomalo, vedi i Comuni di Cortona e Bibbiena, dove i sindaci sono espressione civica. Certamente, dobbiamo lavorare sia in provincia che in regione, ma l’avvento del nuovo segretario toscano, Emiliano Fossi, sta dando un cambio importante al partito, che ci può permettere di recuperare anche in provincia di Arezzo. Il congresso ha dimostrato che, in un contesto oggi troppo ancorato e con deleghe puntuali agli amministratori, c’è e ci deve essere spazio per la funzione politica. Ben vengano, quindi, i buoni e i bravi amministratori, purchè accompagnati da un percorso politico. Se la politica perde la sua capacità di svolgere la funzione di indirizzo, i partiti finiscono con il ritrovarsi soltanto quando arriva il periodo delle elezioni, il che non va bene. Emiliano Fossi e il segretario nazionale Elly Schlein stanno cercando di restituire peso al partito. La democrazia vive sul modello della destra e su quello della sinistra: noi dobbiamo ritrovare il nostro, guardando però al futuro e insistere su temi forti chiamati ambiente, lavoro (oggi c’è troppa precarietà) e stipendi, che sono insufficienti per poter andare avanti con tranquillità. La difesa dei diritti e la nuova visione del futuro sono i nostri cavalli di battaglia; ci troviamo davanti a un ceto medio fatto di artigiani, commercianti e liberi professionisti che un tempo era la risorsa del Paese e che adesso dobbiamo recuperare, se vogliamo far crescere l’Italia. Dal congresso sono usciti due segnali importanti: il ritorno al dibattito attraverso le idee e il senso di responsabilità dimostrato da Stefano Bonaccini, che accettando l’incarico di presidente ha dimostrato di voler stare dentro al partito, evitando così una pericolosa diaspora”.

Via libera, dunque, all’operato di Elly Schlein?

“La Schlein sta intanto costruendo un modello alternativo a quello della destra e stanno ridando “smalto” al partito. Non si preoccupa di fare coalizioni e di scegliere se stare con questo o quel movimento o partito. Le alleanze al momento non interessano: prima di pensare a queste, il Pd deve ritrovare una propria identità e dire “chi sono io” e “dove voglio arrivare”. E la Schlein sta sviluppando al meglio questi concetti”. 

Redazione
© Riproduzione riservata
22/05/2023 09:32:16


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