Libia, ritrovato l'uranio scomparso

Haftar: “Sottratto e poi abbandonato per paura dai ribelli del Ciad”
L'esercito nazionale libico di cui Khalifa Haftar è comandante generale ha fatto sapere che l'uranio dato per disperso dall'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) è stato ritrovano nei pressi del sito da cui era scomparso. «Il Comando generale dell'Lna: ritrovati a 5 chilometri di distanza dal precedente deposito i fusti di uranio di cui l'Aiea aveva denunciato la scomparsa», scrive su Twitter il sito Alwasat.
«Il segretario generale del comando generale», aggiunge il sito senza precisare il nome, ha definito «probabile che una delle fazioni ciadiane si aspettasse che questo deposito, situato in quest'area deserta, contenesse munizioni o armi di cui potessero beneficiare». Il segretariato rivela di aver chiesto all'Aiea «di non annunciare la perdita della quantità di uranio» perché è tornata subito sotto controllo dato che «chi l'ha sequestrato non ne conosceva natura» e «pericolosità e l'ha lasciato dopo aver capito che non era utile» ai suoi scopi.
L'Aiea ieri ha segnalato all'Lna, assieme alla scomparsa dei dieci fusti, anche «la presenza di un foro su un lato del deposito di una dimensione che permette l'uscita di un fusto», scrive al Wasat sintetizzando il documento. «Il portavoce del Comando Generale ha espresso rammarico per l'incapacità dell'Aiea di provvedere alle esigenze delle guardie che si tengono a distanza per garantirsi di non essere a rischio» nel sorvegliare questi pericolosi materiali radioattivi. Il Segretario Generale del Comando ricorda che era «stato concordato di assegnare delle guardie» per la sorveglianza del sito e l'Aiea si era «impegnata a provvedere alle (loro) necessità» che includono indumenti speciali, maschere e simili necessari a prevenire le malattie causate da questi materiali come paralisi, sterilità e altro.
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