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Caso Cospito, Donzelli: “Non mi dimetto dal Copasir, ridirei quello che ho detto in Aula”

Informativa di Nordio al Senato. Meloni: “Non arretriamo di fronte a intimidazioni”

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«Se avessi mai io, o qualsiasi componente del Copasir dovesse rivelare delle informazioni ottenute grazie al proprio ruolo nel Copasir, farebbe bene a dimettersi. Ma non è questo il caso perché non c'entra nulla. E' evidente come sono andate le cose». Così Giovanni Donzelli, parlamentare di Fratelli d'Italia, questa mattina ad Agorà è tornato sul polverone scatenato dalle sue parole alla Camera. Parole che, spiega, non esiterebbe a ripetere: «Se tornassi indietro ripeterei quello che ho detto, che Cospito dal Pd ha avuto una visita di incoraggiamento». Il caso, dunque, non è chiuso. Anzi: il ministro della Giustizia Nordio terrà un’informativa al Senato alle 18.

Intanto i Pd attacca sia il parlamentare di Fratelli d’Italia che il sottosegretario Andrea Delmastro: «Abbiamo avuto conferma che il deputato Donzelli non ha avuto accesso agli atti presso il ministero come aveva goffamente provato a giustificarsi in aula», dichiara Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera. «La rivelazione deriva, per sua stessa ammissione, dall'on. Delmastro Delle Vedove, che, in qualità di sottosegretario alla giustizia con delega al Dap, ha accesso a informative coperte da segreto. Ne ha svelato il contenuto perché il collega Donzelli potesse usarle strumentalizzandole contro il Pd. Dunque», ha proseguito Serracchiani, «non c'è più solo un problema Donzelli che non può restare secondo in più in un ruolo delicato come il Copasir (la sicurezza degli italiani è in pericolo se il vice presidente del Copasir è un divulgatore di notizie riservate e facendolo non si rende nemmeno conto di avere commesso un illecito)».

«C'è anche un caso Delmastro Delle Vedove che non può restare un secondo di più al Ministero. La presenza di un soggetto che rivela le informazioni più riservate e delicatissime per la lotta alla mafia e al terrorismo non può rimanere un secondo in più a via Arenula». 

E il tiro si allarga inevitabilmente al governo: «Se la presidente Meloni non interviene allora c'è un caso Meloni perché, visti i rapporti che ha con i due, se non li invita alle dimissioni, siamo autorizzati a pensare che abbia approvato o tollerato il piano e la strategia dei due esponenti di Fratelli d'Italia».

Salvini, ergastolo e 41 bis non si toccano
«Quella sul 41 bis è una scelta della magistratura, compresa quella per Cospito. Lascio che la magistratura faccia il suo. Il rinnovo del Csm dà una nuova prospettiva anche da quel punto di vista. Se un magistrato ritiene che siano necessari l'ergastolo e l'isolamento, avrà fatto le sue valutazioni. E per quello che mi riguarda, non si toccano né l'ergastolo né il 41 bis». Così il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, a margine di un evento a Milano

Tajani: “Vigilare, la rete anarchica sta attaccando le sedi diplomatiche”
Il caso, oltre alle polemiche politiche, tiene banco anche sul fronte della sicurezza. Le proteste degli anarchici a sostegno di Cospito si moltiplicano, e il timore di nuovi violenze è sottolineato dal ministro degli Esteri Tajani. «C'è una rete anarchica che sta attaccando tutte le nostre sedi consolari e le ambasciate, ci sono stati già decine di episodi, siamo sopra i 10, quindi c'è un livello di allerta che è stato innalzato e bisogna vigilare», dichiara il ministro.

Meloni, non arretriamo davanti a intimidazioni
«Non arretriamo davanti a intimidazioni e minacce». Lo scrive su Twitter la premier Giorgia Meloni, nel messaggio di solidarietà alla troupe del Tg2 aggredita davanti al carcere di Opera dove è recluso Alfredo Cospito.

La difesa di Cospito: “Non vuole morire, la sua è una battaglia contro la violazione dei diritti”
«Cospito non ha una vocazione suicida, non vuole morire ed è pronto ad interromperlo se dovessero sospendergli il 41 bis. Lui è in sciopero della fame per protestare contro la misura che gli è stata applicata ma come anarchico la sua non è solo una battaglia personale: non si limita a denunciare la illegittimità della sua misura ma denuncia contestualmente il regime del 41 bis come violazione dei diritti umani». Lo afferma l'avvocato Flavio Rossi Albertini, difensore di Alfredo Cospito.

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
01/02/2023 14:14:53


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