Kaili: "Mai stata corrotta, spero di essere presto libera"

E gli avvocati chiedono il braccialetto elettronico
La decisione sulla permanenza in carcere di Eva Kaili, l'ex vice presidente del Pe agli arresti per lo scandalo del Qatargate, sarà presa questa sera, probabilmente a tarda ora. «Kaili collabora all'inchiesta in maniera attiva e contesta tutte le accuse di corruzione a suo carico» ha affermato il legale dell'europarlamentare greca, Andrè Rizopoulos, nella conferenza stampa tenuta dopo l'udienza a Bruxelles.
«Lei non ha parlato in aula. Sapete tutti che ho deciso di non comunicare su questo dossier, perché l'inchiesta viene condotta dalle autorità giudiziarie e non si fa altrove. Da parte mia non farò nessun'altra dichiarazione oltre a questa - ha aggiunto -. Sul carcere avremo una decisione a fine giornata. E non è il caso di perorare nuovamente oggi quello che abbiamo chiesto davanti alla presidenza della camera di consiglio, che è la sola che prenderà la decisione sulla base di quello che abbiamo detto». «Non abbiamo mai visto una fuga di notizie di questa portata con la violenza del segreto istruttorio, mettendo a rischio il diritto alla difesa - ha poi concluso il suo avvocato –. Abbiamo chiesto che la signora Kaili possa essere sottoposta al regime di sorveglianza con il braccialetto elettronico».
Si chiama Comitato per il futuro della scienza e della tecnologia (Stoa) ed è un panel dell'Eurocamera fondato «per la realizzazione di progetti di valutazione tecnologica» dal 2017 al 2022 diretto proprio da Eva Kaili, l'eurodeputata greca al centro dello scandalo Qatargate. Secondo fonti interne all'Eurocamera proprio la presidenza dello Stoa avrebbe dato alla greca «un'accelerazione improvvisa alla carriera ed un esposizione maggiore alle lobby e molti nuovi contatti con gruppi di interesse, soprattutto tecnologici».
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