Opinionisti Marco Cestelli

Breve storia triste del commercio elettronico

Un passaggio obbligato e ricco di opportunità che ha decretato la fine di un mondo

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C’era una volta un paese benestante e ridente, che, ovviamente, non aveva coscienza di essere tale. Come tutte le belle favole ebbe un termine che coinvolse tutto il mondo di cui il paese faceva parte. C’era una volta un commercio straordinariamente vivo e vitale che attraeva gli abitanti dell’intera zona, tant’è che dai paesi limitrofi vi si andava per comprare e per respirare un’atmosfera commerciale di solito riservata ai centri più grandi e blasonati. In questo paese c’era una volta una profumeria grande e molto bella, con marche di primo livello e personale attento, esperto e capace; la clientela affezionata ad esso faceva riferimento per le proprie necessità, certa di trovare tra i prodotti migliori e il consiglio di personale competente e cordiale. Per il periodo di Natale, e anche in altri periodi “da regalo”, era talmente visibile il meritato successo di questo negozio che file di persone vi facevano riferimento, le auto parcheggiate in modo un po’ selvaggio rendevano evidente che molta gente comprava in quel negozio. Poi le cose cambiarono, come per molti se non per tutti, e piano piano diminuì l’afflusso della clientela, il personale e le vetrine: un negozio che vende prodotti standard è preda del commercio elettronico, è inevitabile. Se voglio comprare un prodotto che ha un nome preciso, una marca precisa, se non ho bisogno di consigli o di consulenza, se accetto di buon grado di omologarmi nei gusti e nelle scelte, se non ho necessità di provare altri prodotti collaterali, compro on line. Almeno per le giovani clienti, avvezze a frequentare il commercio elettronico nell’iperuranio di internet.
Fu così che una vecchia cliente, decisamente agé, che da sempre si era servita in quella profumeria per i prodotti ormai certi di suo gradimento, vi si recò per acquistare un preciso prodotto: un fondotinta di una nota marca francese con tanto di numero che ne contraddistingueva la tonalità, da ella da sempre preferita. La commessa, stavolta, dovette dire alla signora che non trattavano più quella precisa marca. La cliente agé dispiaciuta e delusa, comprensibilmente poco incline a cambiare prodotto e abitudine, non declinò verso scelte diverse e parallele. Se ne andò per “pensarci su”. Di lì a poco andò dalla “sua” parrucchiera di fiducia per i suoi abituali trattamenti. Come sempre, durante il taglio o la messa in piega, si parla e si discute, magari un pettegolezzo o un ricordo, e la signora agé espresse la sua delusione per il mancato acquisto del fondotinta da sempre preferito. A differenza di coloro che si spostano nei centri più grandi la signora non aveva occasione di visitare altri luoghi e, quindi, altre profumerie.  La fidata parrucchiera alzò il sopracciglio, e si fece dire quale marca e quale codice prodotto l’affezionata cliente non aveva trovato presso la profumeria di fiducia dicendo “mi faccia provare a me, le faccio sapere in serata”. E così come promesso chiamò telefonicamente la cliente “signora ho trovato il fondotinta, glielo ordino? Domani sera è qui in negozio.”.
Cosicché la signora agé, che non aveva mai acceso un computer in vita sua, e nemmeno avrebbe voluto e saputo fare, trovò il suo fondotinta preferito, lo acquistò con uno sconto del 35% rispetto al prezzo a cui era abituata, stessa marca e stessa tonalità, le sue abituali scelte estetiche furono salvate e preservate dall’ingiuria del commercio, cambiò soltanto il “fornitore”.
La signora in questione fu contenta, ovviamente, anche se un po’ perplessa del perché tutto questo fosse possibile; e benché non avesse avuto alcun danno, anzi pagò ben di meno l’amato prodotto, si domandò se anche quel piccolo “fatto” non fosse un ulteriore passo verso un mondo nuovo che a ella non serviva e del quale non avrebbe voluto essere testimone. Ricordò quando acquistava quel prodotto, invero piuttosto costoso e prestigioso, dalla prima profumeria di riferimento, dalla signora che le fece provare le varie tonalità e con la quale scelse il fondotinta che la accompagnò per così tanti anni. Un po’ come un anziano Ulisse, seduto sulla spiaggia di Itaca, osservò l’infinito mare di fronte, memore di tante avventure, ella fu testimone di un piccolo mondo che stava diventando antico. E triste, per lei.
Morale, il commercio elettronico è l’inevitabile fine di un mondo, un passaggio obbligato e ricco di opportunità per tutti, ma non certo per quel paese a suo tempo benestante e ridente anche grazie ai suoi commercianti. 

Redazione
© Riproduzione riservata
17/10/2022 15:39:59

Marco Cestelli

MARCO CESTELLI: Persona molto conosciuta a Sansepolcro, studi economici e commerciali a Milano, manager e imprenditore, scrittore, conferenziere e comunicatore, ha viaggiato in molte parti del mondo, ha sperimentato innovazioni e il valore della cultura. Legatissimo alla sua terra ama l’arte e la storia, la geopolitica e la cultura europea. Sa di non sapere mai abbastanza.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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