Opinionisti Alessandro Ruzzi

Squallide figure che attraversano il paese

Italiani profittatori?

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Circa 20 giorni fa squilla il telefono di casa, compare un numero di cellulare che non associo ad alcuno, ma che ricordo di aver visto molteplici volte fra le chiamate perse dei giorni precedenti. Risposta: "signor Ruzzi, buongiorno sono tizia dell'associazione Caia. Lei già in passato ci ha aiutato con un'offerta consegnata ai nostri incaricati adesso la contattiamo per il caso della bambina farfallina che è colpita da un xxxxcoma". Sì è vero, ricordo l'associazione, erano anni che non la sentivo, ma in passato aveva risposto ai loro appelli preparando denaro per il ritiro da parte loro incaricato. Sto per mettersi d'accordo per questa consegna, quando mi viene in mente che sono presidente di un ente di beneficenza che in questi quattro anni ha erogato 10.000€  e dico "mandateci informazioni a questo indirizzo email perché magari come associazione di beneficenza possiamo fare anche di più". La signora si fa compitare la mia email e ci salutiamo. I giorni passano e nessuna email arriva, strano. Conosco la tempestività degli enti di beneficenza se gli si prospetta una offerta generosa. Mi ricordo il nome dell'associazione e vado a cercare su Internet. Appena vedo che hanno un proprio sito che si apre gioisco così li potrò sollecitare. Poi guardo meglio il sito, non c'è neanche un riferimento, un codice fiscale, un documento ufficiale: niente. Giro quelle poche pagine e vedo che si parla (ma la notizia è vecchia anni) di una bimba da aiutare con una difficile patologia. Addirittura le raccolte fondi sono chiuse. E d'improvviso mi tornano in mente altri episodi del passato: quello della vendita di spettacoli teatrali con donazione alla sede aretina di un'associazione (poi commissariata) o quello di una associazione di invalidi di Arezzo (retta da uno che si candidò alle elezioni), entrambi i casi situazioni in cui mandavano qualcuno a prendere il contante.

Il contante? Mandare qualcuno? E d'improvviso mi si squarcia il cielo e vengo colto da dubbi feroci. Mandare qualcuno a prendere cash?

In un'epoca in cui tutti siamo abituati all'utilizzo della moneta digitale, che non richiede nessuno spostamento e che risponde a requisiti di tracciabilità che sono essenziali per tutte le opere di beneficenza; che facilita la emissione di quelle ricevute che in molti casi permettono di recuperare il 30% sulle tasse per quanto donato in beneficenza.

Mi viene il dubbio che questa beneficenza abbia un nome e cognome ben precisi, ma che nulla abbia a che fare con le opere di carità come si intendono.

Profittatori, temo.

Ce ne sono alcuni certo, ma non devono risultare un ostacolo affinché le persone di buona volontà esercitino la beneficenza.

Fino a qualche tempo fa era addirittura più facile: una onlus svolgeva un'azione meritoria, nell'ambito di controlli. Da qualche mese c'è stata una rivoluzione normativa per cui ora parleremo di enti terzo settore, organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e tante altre dove l'oggetto dell'attività non è così chiaro. Però sotto il profilo del controllo (formale) è stato fatto un ulteriore passo avanti specialmente se questi enti ricevono denaro del 5×1000.

Tante sono le iniziative che meritano un aiuto finanziario, organizzazioni che attraverso il lavoro gratuito dei volontari danno una mano fattiva o aiuto a chi ne ha bisogno, ognuno di noi ne conosce più di una.

Anche un euro alla settimana, 50€ in capo all'anno, una donazione (potreste farla subito da 65€ se recuperate imposte) che fa bene al cuore. Roba da non credere. Fatelo.

Anche se ci sono questi personaggi dubbi, saprete scegliere bene.

Alessandro Ruzzi
© Riproduzione riservata
14/10/2022 07:00:20

Alessandro Ruzzi

Aretino doc, ha conseguito tre lauree universitarie in ambito economico-aziendale, con esperienza in decine di Paesi del mondo. Consulente direzionale e perito del Tribunale, attento osservatore del territorio aretino, ha cessato l'attività per motivi di salute, dedicandosi alla scrittura e lavorando gratuitamente per alcune testate giornalistiche nelle vesti di opinionista. alessandroruzzi@saturnonotizie.it


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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