Opinionisti Alessandro Ruzzi

Il tracollo dell'informazione

Il gossip oltre l'insulso

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Oramai da molti anni utilizzo il Corriere della Sera come strumento fondamentale per la mia informazione, avendolo valutato a suo tempo un quotidiano serio. Anche adesso sono abbonato digitalmente, ma alcune notizie come quelle che campeggiano nella "prima pagina" del 10 giugno mi stanno spingendo a riconsiderare la mia valutazione:

·                    a New York un cameriere guadagna 3750 € al mese. E in Italia? Ecco le cifre;

·                    Alberto Matano, le nozze con Riccardo Mannino: tutto sulla cerimonia di domani;

·                    «Abbiamo quasi finito le munizioni, dipendiamo dalle vostre armi» dice la spia ucraina numero 2;

·                    L'orologio da 800mila euro rubato a un turista Usa a Barcellona.

Senza nulla togliere a riviste come novella2000 e simili, non sono queste le notizie che mi interessano né gli approfondimenti che mi stanno a cuore.

Sparare la busta paga di un cameriere a New York come confronto con quelle italiane senza ricordare che un affitto medio a Manhattan equivale a quella stessa busta paga, è roba di basso livello.

Incensare un insulso conduttore della pubblica strizzando l’occhiolino alla platea lgbt, non credo che me lo faccia apprezzare di più.

Farmi sentire in colpa perché gli ucraini sparano troppo e quindi hanno bisogno delle nostre munizioni senza avere la buona creanza di riportare l’appassionato dibattito che si sta svolgendo in Italia dove la maggioranza relativa delle persone sottoposte a sondaggio si esprime contro l’invio di armi, è nuovamente una porcata.

Che me ne frega di un furto effettuato in Spagna ad una persona evidentemente benestante e che ragionevolmente potrà comprarsi ben più dell’orologio da 800.000€ quando ogni giorno in Italia ci sono migliaia di crimini contro persone ben meno abbienti che non vengono risolti e che non vedono la restituzione del maltolto.

Mi interesserebbe di più ragionare sulla “offesa” che il presidente ucraino ha rivolto ai paesi dell’Unione europea quando ha detto che la vera leadership è quella del Regno unito che pare essere il partner ideale per l’Ucraina: peccato che il Regno unito non accolga i rifugiati ucraini (al pari degli Stati Uniti) tanto per dirne una. Se l’Italia smettesse di sostenere un paese -che usa queste parole per descrivere il sostegno che riceve- non ci sarebbe niente di male: basta armi, munizioni, soldi, accoglienza a rifugiati. Si rivolga ai suoi amici britannici. Non è degno di entrare in UE, se entra l’Ucraina sarebbe giusto ne uscisse l’Italia.

Potremmo anche parlare dell’incombente viaggio di Draghi in Israele: va a Tel Aviv per parlare di quell’uomo che ha rapito un bimbo in Italia e contro cui la giustizia italiana aveva emesso un mandato di cattura internazionale?

Avete fatto caso come sulla vicenda del piccolo Eitan -la diatriba giudiziaria fra la famiglia paterna e quella materna- sia calata una cortina di silenzio? E come nulla sia accaduto nei confronti di quel rapitore che pure aveva adoperato parole inaccettabili nei confronti della Repubblica italiana?

Queste sono le cose che mi fanno male e su cui vorrei un approfondimento ed una presa di posizione. Ma guai a toccare interessi israeliani.

Sapete che numerosi israeliani hanno anche il passaporto italiano? La cosiddetta legge del ritorno permette a qualunque ebreo, dovunque sia, di avere il passaporto -ossia la cittadinanza- di Israele. Pertanto cittadini italiani di estrazione ebraica possono avere doppio passaporto. Essere quindi cittadini di due stati: peccato che lo stato di Israele si opponga alla estradizione di cittadini israeliani ritenendo che nessun tribunale al mondo può giudicare un ebreo se non un tribunale israeliano. Motivo per cui il mandato internazionale non vale la carta su cui campeggia. Un cittadino italiano in possesso anche di un passaporto israeliano -ottenuto perché ebreo- che sia imputato di un crimine può espatriare in Israele e lì vivere senza mai essere portato dinanzi al tribunale italiano.

Questa mi sembra una grave ferita al diritto del popolo italiano, quello vero.

Ma c’è di più: la normativa concede la cittadinanza italiana a quasi a tutti quelli che la chiedono. Lo Stato italiano riconosce la cittadinanza alla prole di cittadini italiani emigrati all’estero a partire dal 1912. Persone che da oltre 100 anni non hanno più nessun legame con il nostro paese .che in nessun modo hanno contribuito alla creazione della Repubblica o al suo sviluppo economico e sociale- possono ottenere il passaporto italiano con tutti i diritti che ne conseguono in virtù semplicemente di una discendenza che risale a quattro generazioni prima. Senza alcun dovere, anzi possono pure votare. Contemporaneamente la mia badante che vive in Italia da trent’anni (sua madre è tuttora moglie di un italiano con figlio italiano) e che avrebbe tutti i requisiti per ottenere la cittadinanza italiana è da quattro anni in attesa che la pratica venga completata. Senza entrare nell’ambito di ius soli, ius sanguinis o ius culture. Diritti disattesi.

Di questo vorrei si parlasse. Mi abbonerò forse ad Avvenire, non proprio il mio mondo, ma il direttore Tarquinio ed il cardinale Bergoglio meritano ascolto ed attenzione. E credo non ci sia la foto del marito di Alberto Matano, non mi frega niente di lui e del suo consorte e del matrimonio. Mi interesserebbe parlare dei diritti calpestati delle persone lgbt, ma neanche li trovo sul corsera. Solo gossip.

Montanelli si rovescia nella tomba.

Ps: oggi ricevo da Estra avviso di modifica contrattuale, non onoreranno più il contratto, mi spostano -se non mando raccomandata mentre loro se la cavano con una email che pare pubblicità- a tariffa di loro comodo: poveretti, guadagnano poco…….

Redazione
© Riproduzione riservata
11/06/2022 19:56:38

Alessandro Ruzzi

Aretino doc, ha conseguito tre lauree universitarie in ambito economico-aziendale, con esperienza in decine di Paesi del mondo. Consulente direzionale e perito del Tribunale, attento osservatore del territorio aretino, ha cessato l'attività per motivi di salute, dedicandosi alla scrittura e lavorando gratuitamente per alcune testate giornalistiche nelle vesti di opinionista. alessandroruzzi@saturnonotizie.it


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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