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Intervista alla famiglia Marinelli: imprenditori di successo a Sansepolcro

Il padre Guerrino ha passato il testimone ai figli Marco ed Andrea

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Un’azienda da sempre a carattere familiare, le cui competenze sono però arrivate a essere un vero e proprio punto di riferimento nel panorama nazionale. Quando a Sansepolcro si parla di Guerrino (è il suo vero nome!), il padre degli attuali titolari, l’assonanza è immediata col mondo degli autodemolitori e del recupero più in generale: oggi l'azienda Marinelli srl è qualcosa di decisamente più complesso e articolato. Realtà che è portata avanti dai figli Andrea e Marco con ruoli aziendali ben precisi, ma al tempo stesso intercambiabili: inutile negare che nel tempo il salto in avanti vi sia stato e anche notevole, arrivando oggi a spedire pezzi di ricambio in tutto lo stivale; la burocrazia rallenta lo sviluppo, seppure la ditta Marinelli sia da considerare una vera e propria icona del territorio, ma non solo. Se un tempo qui si portava la macchina (e poco più) a demolire, soprattutto quando vi erano le rottamazioni statali, oggi vi è qualcosa di ben più grande e diverso: l’obiettivo di Marinelli è quello di riciclare più dell’85% dei materiali presenti nell’autoveicolo ed evitare così la messa in discarica di tutte le materie prime in esso presenti. Sta di fatto che la Marinelli srl è specializzata nel commercio e nella lavorazione dei rottami: acciaio, rame, ottone, bronzo, alluminio, piombo, leghe di acciaio al nichel e tutti i metalli ferrosi e non ferrosi; un capillare servizio di raccolta che viene svolto con moderni mezzi propri e autorizzati. Una parte importante è proprio quella legata alla lavorazione dei rottami: particolari processi che in parte vengono svolti all’interno della sede di via Tiberina Nord, mentre altri in esterno, rispettando comunque quelli che sono gli standard di produzione. Un’azienda, la Marinelli srl, che gode pure delle più moderne certificazioni Iso 9001 e 14001: tutto si svolge nel totale rispetto dell’ambiente. Guerrino, ancora presente in ditta, ha lasciato il testimone alla nuova generazione, seppure con l’esperienza alle spalle sia in grado quotidianamente di elargire consigli utilissimi ai propri figli. La logica resta pur sempre quella di una grande famiglia che costruisce passo dopo passo il suo futuro, gettando basi solide. Nel tempo, però, accanto a quella che è da considerarsi l’attività principale, sono stati aperti nuovi filoni tra cui quello delle casette dell’acqua e dell’arredo per parchi giochi e altri progetti accomunati dal rispetto ambientale, la riduzione della produzione di rifiuti ed eco-sostenibilità dei prodotti; i tre pilastri della mission aziendale. I progetti in cantiere sono comunque molti per la Marinelli di Sansepolcro, una realtà in continua evoluzione sempre alla ricerca di nuovi sviluppi: i loro prodotti partono da essere rifiuti arrivando a diventare nuovamente delle materie prime sotto varie forme. 

·        Come nasce e che realtà è la ditta Marinelli?

“Nel lontano 1969 dall’intuizione di nostro padre, Guerrino Marinelli, di recuperare i materiali presenti nelle auto: prendeva le Fiat 500 usate per il recupero dei motori e dei vari pezzi; nei vecchi registri della ditta sono state trovate diverse Fiat 500 acquistate fino a un prezzo di 25mila lire per essere poi sottoposte a demolizione. L'intuizione di Guerrino, aiutato da mio nonno Sante e costantemente supportato da mia mamma Paola, ha reso possibile la creazione della nostra azienda. Quello delle autodemolizioni resta uno dei settori più importanti, oltre che storici, seppure nel tempo la gamma dei servizi offerti è decisamente aumentata: oggi la ditta Marinelli è una srl con 18 dipendenti, specializzata sì in autodemolizioni ma anche nel recupero di rottami ferrosi”. 

·        Quando il vostro ingresso in azienda e come sono distribuiti i ruoli?

“Diciamo in primis che i nostri ruoli sono perfettamente interscambiabili. Io sono l’amministratore unico e sono entrato in azienda nel 2001”: è Andrea che parla in questo caso, il figlio minore di Guerrino. Marco, quello maggiore, poi aggiunge. “Essendo più grande sono entrato prima, nel 1993: mi occupo di logistica e della responsabilità all’interno dei vari cantieri”. 

·        Quali sono gli insegnamenti che fin da piccoli vi hanno trasmesso i vostri genitori?

“Prima di tutto il rispetto per le altre persone e per l’ambiente più in generale: insegnamenti fondamentali sia nella vita privata che in quella professionale”.

·        Recuperare per dare poi nuova vita ai materiali: secondo voi la popolazione è davvero preparata a ragionare in quest’ottica?

“Noi lavoriamo principalmente con le aziende e possiamo dire che i soggetti con cui collaboriamo sono pronti e molte volte ci chiedono soluzioni per ridurre gli scarti e migliorare le loro performance di recupero rifiuti: anche le nuove generazioni sono sensibili a tale problema e stanno entrando sempre di più in un’ottica di sostenibilità del prodotto”. Durante gli incontri che facciamo con le scuole emerge molto spesso curiosità e interesse da parte dei giovani studenti verso le modalità di recupero”.  

·        Svolgete processi complessi nei quali le normative sono piuttosto stringenti: quanta attenzione all’ambiente?

“L’ambiente è sempre al primo posto, in quanto i nostri prodotti partono da essere rifiuti per tornare ad essere nuovamente materie prime: tutto però è legato a un discorso di normative ambientali che occorre conoscere nei minimi dettagli”.

·        Una curiosità: come si demolisce una vettura?

“Il mezzo da demolire può essere ritirato da noi a casa del cliente, oppure consegnato direttamente in magazzino: quella che arriva si tratta pur sempre di un’auto priva di targa; noi provvediamo poi ad espletare tutta la pratica burocratica con il rilascio del certificato di rottamazione. A questo punto, possiamo dire che la vettura non esiste più. Inizia poi la parte della messa in sicurezza e della bonifica del mezzo, rimuovendo tutte le parti recuperabili quali ferro, vetro, plastiche varie e pneumatici, oltre alla rimozione di tutti i liquidi, dopodiché sarà inserita dentro una particolare pressa che ne restituirà un cubo ferroso da mandare in fusione”. 

·        In oltre mezzo secolo di attività, qual è stata la cosa più strana che vi è capitato di demolire?

“Diciamo che sono state tante: forse alcune rischiamo proprio di dimenticarcele. Vi sono i convogli ferroviari, fra i quali anche un paio di treni ad alta velocità, ma anche un carro funebre. Auto di tutti i modelli, barche e pure aerei: forse quello che ci rimane più impresso è il momento nel quale abbiamo demolito completamente una storica cementeria di Pontassieve nell’hinterland fiorentino; un cantiere importante che ha tenuto impegnata la nostra azienda per un lungo periodo”.

·        La plastica all’interno della Marinelli prende nuova vita: in quale maniera?

“Nel 2007 abbiamo iniziato a recuperare il polipropilene dai paraurti delle vetture: da quel momento in poi, la gamma delle plastiche che portiamo a nuova vita è stata ampliata. Subisce un processo complesso: la plastica viene poi rivenduta sotto varie forme in base alle richieste espresse dal cliente”.

·        Recupero di rottami ferrosi e metalli: quale processo seguono questi materiali?

“Il ferro e i metalli sono i materiali più facilmente recuperabili, poichè in Italia si usa l’86% di rottami metallici per la produzione di nuovi semilavorati. Noi li rivendiamo alle varie acciaierie o fonderie ‘pronto forno’, che lo riutilizzano come materia prima”.

·        Recupero a 360 gradi per la vostra azienda: vi sentite un po’ paladini dell’ambiente?

“Si, perché sapere che quello che lavoriamo non finisce dentro la discarica, ma prende una nuova vita ci fa sentire utili. Le aziende costruiscono un qualcosa, mentre noi prendiamo lo scarto che - attraverso una serie di processi - arriva a essere un nuovo prodotto. Non dimentichiamo mai che l’Italia è un Paese povero dal punto di vista delle materie prime: ciò significa che recuperare tali materiali è un impulso positivo all’economia”.

·        Spesso sentiamo parlare della sigla RAEE: di cosa si tratta e c’è la possibilità di recupero?

“E’ una sigla che viene utilizzata per indicare i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche di cui la nostra azienda è dal 2003 che n’è specializzata nel trattamento. Da questi oggetti recuperiamo ferro, metalli, cavi elettrici e schede elettroniche: vengono tutti smontati e divisi in base al tipo di materiale. Si tratta di apparecchiature con tanta plastica, ma purtroppo non presenta una certa omogeneità; vi sono vari tipi di plastica che non può essere recuperata nella stessa maniera”. 

·        Quanto contano le risorse umane in una realtà come la vostra?

“Sono davvero importanti, anche perché devono conoscere bene le normative poiché ogni materiale – seppur simile all’apparenza – deve subire un preciso iter di smaltimento e recupero. La nostra realtà attualmente occupa 18 persone, seppure siamo in continua evoluzione perché i materiali da recuperare sono sempre di più; proprio per questo siamo alla ricerca di personale specializzato”.

·        Quanto è importante, a vostro parere, la collaborazione fra il mondo del lavoro e quello della scuola?

“E’ molto importante, anche se manca una diretta linea di collegamento fra la scuola e il nostro tipo di lavoro. Nel tempo, abbiamo ospitato ragazzi per stage da vari istituti della zona: è interessante far conoscere che fine facciano poi le cose; come azienda, siamo stati pure docenti in alcune scuole aretine per delle lezioni ad hoc sul riciclo e il recupero dei vari materiali. Sono progetti davvero interessanti che spingono le nuove generazioni a un corretto smaltimento, che alla fine è poi la base di tutto”.

·        Materiali di recupero, autodemolizioni ma anche arredi per parchi e casette dell’acqua: perché avete aperto questo fronte?

“Le motivazioni si nascondono un po’ in quella che è poi la filosofia della nostra azienda. Quello delle casette dell’acqua è un progetto che ti permette di utilizzare meno plastica e di conseguenza avere meno rifiuti; si tratta di acqua a chilometro zero, evitando spostamenti e di conseguenza pure l’inquinamento dell’ambiente che ci circonda. Quella che viene offerta all’utente si chiama ‘acqua giovane’, ovvero acqua estratta direttamente dai pozzi che vengono monitorati costantemente. Un progetto che ha preso il via nel 2011 e attualmente sono 12 le casette che abbiamo sia a Sansepolcro (l’ultima verrà installata a breve nella frazione di Santa Fiora), che nei Comuni limitrofi; a tutto ciò, si aggiungono quasi 300 erogatori presenti in uffici e aziende. L’altro filone è quello degli arredi per i parchi: sono arrivati, poiché la ditta a cui consegniamo gli pneumatici produce delle mattonelle colorate in gomma proprio per i parchi giochi. In pratica, quelle che vengono messe a protezione in fondo agli scivoli o sotto le altalene, per esempio. Un’economia circolare, quindi e questi nuovi prodotti da recupero vengono molto utilizzati sia nei campi da tennis che all’interno dei maneggi dove ci sono i cavalli”.

·        Quanto ha pesato nella vostra azienda l’emergenza Covid-19?

“Fortunatamente non abbiamo avuto casi in azienda: siamo stati fermi solamente due settimane. Per il resto, abbiamo sempre lavorato proprio per la tipologia di attività, essendo la nostra appartenente alla categoria delle indispensabili, poiché legata al ciclo dei rifiuti”.

·        In quale maniera avete risposto ‘presente’?

“Implementando la nostra presenza anche nel web. Abbiamo creato un vero e proprio negozio online per rifornire i nostri clienti con i ricambi: c’è davvero interesse e forte è stata la risposta arrivata dal mondo dell’online; finché è possibile, consegniamo i pezzi direttamente a domicilio, oppure presso le officine, altrimenti ci affidiamo a dei corrieri”.

·        In questi 52 anni di attività ci sono stati momenti più difficili?

“Alti e bassi, come accade un po’ in tutte le imprese. I momenti difficili sono stati sicuramente i primi anni, quando dovevamo entrare a regime e tuffarci in questo mare di normative; ci sono poi state le crisi che hanno messo a dura prova tutti noi, però con lo stesso spirito di lavoro siamo sempre andati avanti e mai arresi”.

·        Quale il miglior consiglio da poter dare ad un giovane che oggi vuole diventare imprenditore?

“Prima di tutto occorre avere una buona idea, mentre la seconda cosa è mantenere la strada intrapresa non avendo mai paura di affermare le proprie idee. Ci sono momenti belli e momenti più brutti che possono coincidere pure con le difficoltà: la cosa importante è crederci sempre fino in fondo e fare quel qualcosa che piace davvero”.

·        Quali sono gli obiettivi per il 2021 della ditta Marinelli?

“Sempre nell’ottica del rispetto dell’ambiente, uno degli obiettivi è quello di riuscire ad implementare i prodotti recuperati, oltre che essere sempre più vicini ai nostri clienti per quello che riguarda il filone degli autoricambi. Questo significa lo sviluppo ulteriore della piattaforma web. Ma nel nostro mirino c’è anche di portare l’azienda ad un livello superiore, cercando al tempo stesso di ottimizzare i nostri spazi e tutto ciò che riguarda l’aspetto della logistica”.

Davide Gambacci

Redazione
© Riproduzione riservata
16/08/2021 11:08:56


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