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Tintarella, come raggiungere un'abbronzatura perfetta senza rischi

la frenesia di raggiungere un'abbronzatura perfetta fa commettere degli errori

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Si alzano le temperature, si avvicina l’estate e le spiagge iniziano ad essere occupate dagli amanti del mare e della tintarella. Un modo per rilassarsi tra un tuffo e un altro e per sfoggiare i colori dell’abbronzatura ravvivata dalla scelta dell’abbigliamento ideale.

Spesso però, la voglia di raggiungere prima possibile un colorito invidiabile fa commettere degli errori i cui effetti si pagano nel tempo con problemi alla pelle. Ed allora come comportarsi per una corretta esposizione ai raggi solari senza poi doversi pentire?

L’errata esposizione al sole

È importante esporsi al sole nel modo più corretto possibile perché un’errata modalità può influire sul fotoinvecchiamento della pelle. Esporsi a lungo ai raggi ultravioletti, soprattutto senza protezioni, può essere la causa di diversi problemi come l’invecchiamento precoce della pelle attraverso la perdita di elasticità e idratazione.

L’elastina e il collagene che ne garantiscono la tonicità subiscono una degenerazione, divenendo responsabili di rughe marcate. Nel giro di pochi anni ci si ritrova così a dimostrare qualche anno in più di quello che si ha. Ma non è tutto: a lungo andare possono insorgere anche le macchie e, oltre ai problemi estetici ben notabili ad occhio nudo, possono comparire i tumori della pelle.

Come abbronzarsi in modo corretto?

La prudenza non è mai troppa e fortunatamente l’estate non dura pochi giorni. Per cui, con un po’ di pazienza, è possibile usare alcuni accorgimenti che ci permetteranno si di raggiungere un bel colorito in modo sicuro. Innanzitutto, per i primi giorni di esposizione occorre utilizzare una crema protezione 50 qualsiasi sia la carnagione. Nelle giorni a seguire, se la pelle è molto chiara mantenere la protezione alta, negli altri casi, si può ridurre a 30, 15 e anche 10.

La crema va spalmata tra i 15 e i 20 minuti prima di stendersi sul telo e rinnovata ogni due ore. Se nel frattempo ci si immerge in acqua, meglio dare una ripassata. Attenzione alla scadenza dei prodotti che si usano. La maggior parte delle protezioni solari ha una durata che non va oltre i 6 mesi rispetto alla data di apertura. Per cui è assolutamente importante non utilizzare quelle scadute: non proteggerebbero.

Altro nodo fondamentale è l’orario di esposizione. Spesso i più giovani nella frenesia di raggiungere un colorito perfetto, prendono il sole nei momenti più caldi della giornata e cioè tra l’ora di pranzo e il primo pomeriggio. Questi in realtà sono proprio gli orari da evitare. Il sole va preso nella prima parte del mattino e, nel pomeriggio, nelle fasi più tiepide.

Tintarella, come proteggere i bambini

Portare i più piccini al mare vuol dire permettere loro di prendere la vitamina D e un po’ di iodio. Occhio però alla loro tutela: deve essere massima. I bimbi non possono patire le sofferenze generate dalle alte temperature e nemmeno i danni che una lunga esposizione al sole potrebbe causare alla loro pelle. Per questi motivi gli esperti consigliano di portarli al mare tra le otto e le nove e mezza del mattino, oppure nel tardo pomeriggio. Durante questi momenti è opportuno far indossare loro un cappellino di cotone bianco e magari anche una canottiera se vicini al mare.

Sul telo, a contatto con la sabbia, meglio proteggerli anche con l’ombrellone. In entrambi i casi è necessario spalmare il massimo grado di protezione o, addirittura, quella che respinge i raggi solari. La pelle dei bambini fino al primo anno di vita è molto sensibile e tende a disidratarsi. Un altro aspetto da tenere ben presente è anche il tempo da trascorrere al mare. Gradualità è la parola d’ordine: i primi giorni mai superare i 10 minuti, mentre in quelli successivi si potrà aumentare la permanenza ma sempre in modo responsabile.

Notizia tratta da ilgiornale.it
© Riproduzione riservata
11/06/2021 17:03:11


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