Opinionisti Marco Cestelli

Luna Rossa, la Ferrari, lo stupore e gli orologi a cucù

L'Italia rimane sempre l'Italia delle mille disgrazie e dei mille difetti

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Non sono nazionalista, non sono patriotico, anzi mi sento più europeo che italiano per aver viaggiato molto e un genitore e una nonna più centro europei. Me ne dispiaccio, a dire il vero, non ne faccio un vanto di dover, spesso, rammaricare la “fatica di essere italiano”, ma tant'è. Eppure, lo dico senza timore di ipocrisia, un intimo godimento quando vedo e leggo che l'Italia esprime tantissime eccellenze e in tanti campi, e soprattutto quando vedo lo stupore degli esperti nel mondo che dicono “ma come fanno gli italiani”?

E veniamo a Luna Rossa, che poi vale anche per la Ferrari: nato in mezzo all'Appennino mi intendo di barche a vela come di cammelli arabi, zero. Però vedo queste barche, ormai da più di vent'anni, che sono prodotte su regole altrui e che riescono sempre ad essere straordinariamente competitive, di una tecnologia unica e raffinatissima, all'avanguardia su tutto, sofisticatissime e performanti, bellissime e assolutamente competitive. Insomma sono eccellenza pura, e pazienza se perdono con i Kiwi in casa loro in un golfo che ha il nome che sembra preso dal Signore degli Anelli. La verità è che pochi paesi possono esprimere quella tecnologia, quella straordinaria combinazione tra potenza estetica e innovazione tecnica. Pochissimi. E l'Italia ce l'ha.

Così come la Ferrari, Maserati, Lamborghini, per i motori, e in tantissimi altri settori di assoluta capacità tecnologica, compresi gli armamenti e settori di ricerca raffinata e avanzata. Potreste pensare, immaginare una Formula 1 senza la Ferrari? Anni fa un noto giornalista americano si domandava quale rapporto genetico avessero sviluppato gli italiani nei confronti dei motori, perché fossero superiori agli americani, ad esempio, perché sapessero coniugare bellezza e prestazioni in modo così assoluto.

Ecco, l'Italia rimane sempre l'Italia delle mille disgrazie e dei mille difetti, un connubio di infinite debolezze che ci rendono terra “di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello”, un paese abusivo come le ville sul mare, con le formiche in corsia, ecc.. Eppure rimane lo stupore per le cose grandiose che ancora oggi riusciamo a produrre e a concepire. E la Cappella Sistina? E l'infinita meraviglia dell’arte antica? Anche quella ma può essere un retaggio, oggi immeritato, di un passato glorioso. Ma Luna Rossa no, la Ferrari no, sono di oggi, del nostro tempo.

Quindi godo ancora pensando alla frase che Orson Welles mise in bocca ad un suo personaggio: “Sai che cosa diceva quel tale? In Italia sotto i Borgia, per trent'anni, hanno avuto assassinii, guerre, terrore e massacri, ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e che cos'hanno prodotto? Gli orologi a cucù.”

Redazione
© Riproduzione riservata
21/03/2021 09:42:24

Marco Cestelli

MARCO CESTELLI: Persona molto conosciuta a Sansepolcro, studi economici e commerciali a Milano, manager e imprenditore, scrittore, conferenziere e comunicatore, ha viaggiato in molte parti del mondo, ha sperimentato innovazioni e il valore della cultura. Legatissimo alla sua terra ama l’arte e la storia, la geopolitica e la cultura europea. Sa di non sapere mai abbastanza.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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