Il miglior vino rosso al mondo del 2020 é l'Amarone della Valpolicella Classico Fieramonte del 2012
La produzione è legata al vigneto di Fieramonte che appartiene alla famiglia Allegrini
L’italianissimo Fieramonte di Allegrini è sttao incoronato come miglior vino rosso al mondo del 2020. Assegnato dalla rivista britannica Decanter, specializzata in enologia. Segnalato dal corrispondente italiano Aldo Fiordelli, il vino made in Italy si è esposto al severo giudizio di una giuria tecnica ottenendo un punteggio di 98/100.
A trionfare come miglior vino rosso del 2020 al mondo è la produzione italiana Fieramonte Allegrini con referenza 2012. L’Amarone della Valpolicella Classico Fieramonte del 2012 firmato Allegrini è stato considerato il miglior vino rosso al mondo da una giuria composta da esperti dal Master of Wine Andy Howard, il Master Sommelier Ronan Sayburn e dal responsabile acquisti di Direct Wines Beth Willard .
La bottiglia che ha decretato la vincita risale alla produzione 2012 e ha un significato particolare per la Griffe che ha creduto nel progetto, rilanciandosi nel 2011 dopo una pausa di 25 anni. Un ritorno in grande stile che viene premiato con un titolo importante come quello del “miglior vino rosso al mondo” da una delle riviste più rilevanti del settore.
L’Amarone Classico Riserva Fieramonte è particolarmente apprezzato per il gusto profondo e pieno che offre grande bevibilità. il segreto del successo è l’integrità del grappolo ottenuto da un vigneto posizionato a circa 4 00 metri di altitudine su una collina che viene accarezzata dal sole del mattino.
La produzione è legata al vigneto di Fieramonte che appartiene alla famiglia Allegrini da moltissimi anni. Nel 1985 la produzione si è interrotta poiché molte viti si sono ammalate. La famiglia non si è persa d’animo e ha reinvestito ridando vita al vigneto nel 2011, ma sono stati necessari dieci anni d’attesa prima che le viti fossero fisiologicamente mature per la produzione.
Analisi del vino: “Al naso si apre lentamente, dominato da un frutto rosso e carnoso che ricorda le ciliegie che a luglio maturano sulle colline più alte della Valpolicella, contornato dalle stesse erbe aromatiche che sbucano dai muretti a secco, per rivelare infine una profonda nota di spezie che dal pepe nero conduce ai chiodi di garofano. All’assaggio colpisce per la pienezza del sorso che mette in luce possanza senza rinunciare alla tensione e l’agilità. Nessun aiuto dagli zuccheri, tannino ben presente ma che non aggredisce il palato, lo accarezza con decisione accompagnandosi ad un’acidità fresca e vitale che ne allunga e snellisce il sorso”.
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