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Hogan cade sulle norme Covid, interim a Dombrovskis

Von der Leyen: “Dobbiamo dare l’esempio”

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Archiviato in una serata il caso Phil Hogan, il commissario europeo al Commercio costretto alle dimissioni dopo le polemiche per aver violato le norme anti-Covid durante le ferie nel suo Paese natale, l'Irlanda, il portafoglio è passato ad interim al vicepresidente Valdis Dombrovskis. Ma è già caccia al successore, con la speranza di riempire presto e bene la casella, anche a costo di un rimpasto. A Bruxelles si è già scatenato il totonomi, mentre la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha richiamato la sua squadra, sollecitandola ad "una speciale attenzione nell'osservare le regole e le raccomandazioni nazionali e regionali" sul Covid-19 dando il "buon esempio". Nel borsino, tra i favoriti, ci sono la vicepresidente dell'Europarlamento Mairead McGuinness, eurodeputata dal 2004, molto rispettata nella bolla bruxellese; l'economista Catherine Day, già segretario generale nelle due Commissioni Barroso (dal 2005 al 2015); ruolo ricoperto anche da David O'Sullivan, il terzo papabile, che dal 2000 al 2005 è stato anche capo staff di Romano Prodi e ambasciatore Ue a Washington dal 2014 al 2019. Oggi è circolato anche il nome del vicepremier irlandese Leo Varadkar che, incalzato dai giornalisti, ha dichiarato di voler restare a Dublino.

«Sia una donna» invocano intanto dal gruppo dei Socialisti e Democratici (S&D) del Parlamento europeo. Nonostante lo scivolone, von der Leyen non ha potuto fare a meno di ringraziare Hogan, che a Bruxelles aveva giocato - già da commissario all'Agricoltura per Juncker - un ruolo determinante nell'accordo con il Giappone, in quello con la Cina che riconosce cento Dop europee e nella conclusione positiva, dopo 20 anni di trattative, del negoziato con i paesi del Mercosur. Per questi meriti guadagnati sul campo Hogan era visto come l'uomo giusto per riallacciare normali relazioni commerciali con gli Usa di Trump, chiudere l'accordo sugli investimenti con Pechino e condurre le trattative per i nuovi rapporti commerciali con il Regno Unito. Certo, un passo falso il politico irlandese lo aveva già fatto, quando si era candidato alla segreteria generale del Wto senza prendere accordi prima con gli Stati membri dell'Ue. E lasciando Bruxelles ha ammesso: «La controversia sulla mia recente visita in Irlanda mi stava distraendo dal lavoro di commissario e lo avrebbe minato nei mesi chiave a venire».

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
28/08/2020 05:49:12


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