La severità con i libri
La parola è chiacchiere folclore, il contrario dell’arte che è il linguaggio
Si dovrebbe essere severi con il libri come questo che ho letto, in cui la parola è chiacchiere folclore, indulgenza sentimentale proprio il contrario dell’arte che è il linguaggio – e del documento – che ferma testimonianza. Ma lo scrupolo di peccare di intolleranza o di ingratitudine verso i libri, come quello in cui parliamo, strabocchevole di generosità, umanità e cordialità ci induce a una benevole accoglienza. Nel caso del francese Cavanna, noto disegnatore umoristica e scrittore di libri ci richiama la nostra attenzione; le condizioni dell’emigrato italiano in Francia, la difficile esperienza dell’esule involontario. Cavanna è figlio di emigrati lombardi a Nogetsur-marne, muratori e manovali disgraziatissimi, sfruttati e malsofferenti dall’ostilità quasi razzista degli Indigeni. Sono gli “Itagliani”, “les retals” “titolo del libro”, sostituito come si vede da una stupida trovata qualunquista, i poveracci senza patria, gli abusivi e gli africani. Ciò che Cavanna ha vissuto negli anni trenta, fanciullo e poi adolescente nella piccola comunità italiana di Noget, tra la madre francese e il padre italianissimo, è raccontato come fosse il ragazzino di allora, Francois, a parlare. L’umanità italiana viene fuori tanto più colorita nel confronto con la nordica tenuta della piccola provincia francese, meschina e feroce. La vitalità del Cavanna erompe senza freno. Lo stile è quello della commedia dell’arte mascherate sgangherate. La testimonianza si deforma nello spettacolo e la parola non si da il tempo di organizzarsi stabilmente in linguaggio. L’improvvisazione italiana, genio della razza, in tutte le sue gamme, dal comico al patetico, con astuti ammicchi inframezzati alla lacrima virile, ci è addosso si salvi chi può. Alla fine Cavanna, come accade con “gli itagliani”, ha la nostra affaticata simpatia. Il fracasso è finito. Il merito spetta anche all’ultimo traduttore, Mariagiovanna Arzil, che ha tenuto dietro alle esuberanze gergali del testo
Valter Rossi
Romagnolo doc, ex insegnante al liceo scientifico Augusto Righi di Cesena, nato a Bagno di Romagna e laureato in lettere moderne all’Università di Firenze e in sociologia ad Urbino. Nel 1982 ha usufruito di una borsa di studio dell’Unione Europea, sulla Geografia Economica svoltosi a Berlino in Germania. In collaborazione con l’ANED ha curato la testimonianza sul passaggio del fronte in Romagna e sulla vita dei militari nei campi di concentramento. Assessore dal 1980 al 1985 a Urbanistica e Cultura del Comune di Bagno di Romagna e vice Presidente delle ex Comunità Montana Cesenate. Autore di diversi libri, ha pubblicato: La Memoria e la Speranza, Generazione Superstite, Donne Schizzate e storia di San Silvestro in Fontechiusi. La sua ultima opera: Taccuini di Viaggio.. redazione@saturnonotizie.it
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