Opinionisti Giorgio Ciofini

Luca Serafini, uno che lavora per quattro e va al bagno un giorno si e uno no

Passa per un giornalista ma, ‘n fondo, è un filosofo

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Marito, padre, ciclista, pendolare, calciatore a tempo perso e giornalista a tempo pieno, è uno che lavora per quattro e va al bagno un giorno si e uno no negli anni dispari.

Luca Serafini

            Viene da Castiglioni ch’è fiorentino col cassero, ‘n do’ si fermò anche l’autore del crocifisso di San Francesco a fare ‘n Cristo uguale. Crocifisso è anche lui, visto che lavora al Corriere e, giusto per non fasse mancare gnente, fa ‘l babbo, il marito e ‘l pendolare e, oramai, unn’gliè armasto il tempo manco per pisciare. Per fortuna che “Il Corriere”, da qualch’anno, ha a’traversato via Petrarca e, il Serafini, ha trovato almeno ‘n gabinetto abitabile, perché prima gli toccava falla pe’ la via, com’i cani. A scanso d’equivoci, fatemi dire subito ch’è propio ‘n bravo citto, di quelli che, se un ce fossero, toccherebbe ‘nventalli di sana pianta. Pricisino, a’la mano, gintile, prestevole e professionale, Luca sta sempre col naso apiccicato al computer, perché è ceco come quella che lo ‘nvistì pe’ la via anche se lu’, co’ la Cekia, unn’ha gnente da spartire. Per me dev’essere de ’La Pazienza, perché un la perde mai, cascasse ‘l mondo. Politicamente è n’anomalia, nella sua valle, com’i cocomeri lunghi, essendo democristiano anche nella professione, ‘n do’ da un colpo al cerchio e uno alla botte, tenendo sempre ‘l piede in du’ o tre staffe. In questi tempi, ch’al Corriere si suda quant’una volta a zappare i campi del Tarlati, arsogna ‘l Gelli il quale, fino a l’altro ieri, faceva le veci della Madonna del Conforto, protettrice de l’aretini e dei Serafini, co’ l’ali e senza. A parte andare al licite novo novo, di cui approfitta giusto pe’ le Feste comandate, che al Corriere ricorrono il 2 novembre, tutti quel’altri giorni li tocca lavorare com’un negro ne’la capanna dello zio Tom. A dire il vero il Luca Serafini fa festa, ma solo ne l’anni dispari, anche per il su’ compleanno, ch’è ‘na pacchia pel Corriere tutto, perché la su’mamma fa certe crostatine da rivisolare i morti. Se putacaso uno capita in redazione, lo trova sempr’al pezzo a caccia di notizie, che più si cercano, meno se trovano. Passa per un giornalista ma, ‘n fondo, è un filosofo, perchè ha capito che la vita tocca piaglialla com’il tempo e fa come quello che si buttò ‘n un pozzo che, tanto, se unn’era ‘l su’ momento, unn’afogava. Decatti che c’è stato ‘l Fossombroni e il Serafini, almeno, un cià da combattere co’ le zanzare de la Valdichiana, che son peggio del Coranavirus. Tuttavia tra la moglie, i viaggi, le ceke, le citte e la Crocetti, la sera è così stracco che, piutosto de svegliasse, si farebbe anche pungere volentieri. L’altro giorno ch’aveva giusto ‘n ora d’aria e era al giro per Castiglioni ‘n biciletta, l’ha ‘n forcato una Ceka de quelle che, quando vano al giro ‘n machina, pigliano ‘l telefonino pel volante. Deo gratia che ‘l Serafini, in quanto tale, a volare c’è avezzo, sennò a quest’ora era armasto spiaccicato nella piazza di Castiglioni, ‘n do’ gli facevano un monumento com’a Garibaldi, ‘l Corriere aretino chiudeva bottega e, a’la Crocetti, gli toccava andare a pescare le notizie ne’la cascata delle Marmore.

Giorgio Ciofini
© Riproduzione riservata
07/03/2020 06:27:20

Giorgio Ciofini

Giorgio Ciofini è un giornalista laureato in lettere e filosofia, ha collaborato con Teletruria, la Nazione e il Corriere di Arezzo, è stato direttore della Biblioteca e del Museo dell'Accademia Etrusca di Cortona e della Biblioteca Città di Arezzo. E' stato direttore responsabile di varie riviste con carattere culturale, politico e sportivo. Ha pubblicato il Can da l'Agli, il Can di Betto e il Can de’ Svizzeri, in collaborazione con Vittorio Beoni, la Nostra Giostra e il Palio dell'Assunto.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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