Opinionisti Alessandro Ruzzi

L'insoddisfazione cova in provincia di Arezzo e nel capoluogo

Il cambio di casacca di molte amministrazioni non ha prodotto quanto promesso

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Negli ultimi 4 anni Arezzo, Montevarchi, Sansepolcro, Cortona (per fare alcuni esempi) hanno visto eleggere amministrazioni comunali politicamente diverse dalle precedenti. Questo scivolamento a destra ha portato anche al cambiamento della area politica di maggioranza per la provincia di Arezzo.
La voglia di cambiamento è stata probabilmente più importante delle ideologie. Il partito democratico -che aveva lungamente governato queste comunità- è stato sconfitto da candidati camuffati in liste civiche assai orientate politicamente. Anzi il partito ci aveva messo tutto il suo: la presupponenza della giunta Fanfani nell'imporre alla città un "nessuno" quale sindaco facente funzioni o la debolezza di piazza santAgostino per faide interne, il suo candidato ad Arezzo che al 1º turno aveva la maggioranza dei voti non è riuscito a consolidare quelle preferenze al 2º turno.
E ancora non era divenuto rilevante il peso della lega che ha poi dimostrato di poter raggiungere percentuali che solo qualche anno prima erano esclusivo appannaggio del partito democratico.
Ma non è che le coalizioni di destra siano un luogo fatato, e tanto meno i sindaci eletti hanno dimostrato di avere la bacchetta magica.
I miei rilievi statistici hanno la stessa validità di quella televisione locale aretina quando racconta di aver fatto un sondaggio fermando 5 persone per il corso di Arezzo, si basano infatti su qualche telefonata ad amici.
A Montevarchi mi dicono non aver visto concretizzarsi la svolta attesa, a Sansepolcro si lamentano di una comunità addormentata, a Cortona si sono stupiti della prima scelta operata dal neosindaco annunciando la fine del Cortona Mix festival (da aretino resto proprio basito), ad Arezzo le trombe della propaganda non hanno ammaliato tutti, anzi molte le domande che non trovano risposta.
Perché è ovvio che alla conferenza stampa di fine anno la giunta aretina abbia dipinto il solito e doveroso quadretto idilliaco (lo hanno fatto tutte le precedenti giunte), ed è naturale che la parte consistente di coloro che hanno votato per questa amministrazione per motivazioni ideologiche si accontenti di parole; tuttavia non pochi aretini hanno fatto caso che le parole con cui il sindaco Ghinelli aveva pochi giorni fa sparato a zero sui dipendenti comunali siano mutate ad illustrare un rapporto amorevole con la macchina comunale (considerato che era il tema elettorale del 2015, pare che questi anni siano passati come acqua sotto i ponti) o al grido di dolore con cui l'assessore Comanducci ha ammesso il fallimento della fondazione turismo per errori commessi nella sua gestione. Ulteriore sconcerto proviene dalle ondivaghe posizioni di Ghinelli che un giorno si ripropone come candidato sindaco ad Arezzo ed il seguente ammicca verso la lega sperando di essere candidato per la regione Toscana, un tira e molla che si è visto anche nelle parole dell'assessore Gamurrini che dapprima si è tirato fuori da future esperienze amministrative ed ha poi ringambato dicendosi alternativo e disponibile.
In molti hanno capito che la folla che nei fine settimana assedia la parte alta della città non è il turismo che porta ricchezza, ma solo la risposta all'ingente investimento di Comune (cioè nostro) e organizzatori del mercatino tirolese che non distribuisce denaro in città.
Qualcuno mi faceva notare che non è dato sapere quale sia il canone versato al Comune per la occupazione tirolese di Piazza Grande, anche per confrontarlo in durata e ricaduta mediatica con iniziative che si sono tenute in piazza negli ultimi mesi (specificatamente la serata per la inaugurazione di un negozio e la sfilata sulla lizza): sarebbe importante conoscere quanto ha pagato chi ha portato il nome di Arezzo su molte testate oltre a suscitare un forte impatto sugli operatori orafi forestieri presenti per la fiera per confrontarlo con chi ha principalmente provocato l'arricchimento degli tirolesi.
Che poi è buffo sentire gli organizzatori del mercatino tirolese chiedere al Comune una serie di attività collaterali nel settore culturale per le prossime edizioni del mercatino: dovrebbero essere culturalmente molto scafati ed introdotti, organizzano anche il mercatino internazionale che paga un niente di occupazione di suolo pubblico in quanto "manifestazione culturale".
Difficile categoria quella dei commercianti, quelli del centro città hanno pugnalato (con pidocchiosa raccolta fondi) il loro campione Comanducci che pure gli aveva regalato le luminarie ed il grande traffico della città del natale, credo che tutti i rimanenti pugnaleranno questa giunta alle prossime elezioni sentendosi considerati indegni.
Con loro brandiranno il pugnale tutti coloro (non pochi) che hanno avuto più disturbi che benefici da questa iniziativa, pagata con i nostri soldi.
Certo il partito sta facendo il possibile per non intercettare questa importante quantità di cittadini insoddisfatti dalla realtà delle cose.
E annoiati dalle chiacchiere di giunta e maggioranza. Nel capoluogo e nei principali centri della provincia.

Redazione
© Riproduzione riservata
22/12/2019 08:58:44

Alessandro Ruzzi

Aretino doc, ha conseguito tre lauree universitarie in ambito economico-aziendale, con esperienza in decine di Paesi del mondo. Consulente direzionale e perito del Tribunale, attento osservatore del territorio aretino, ha cessato l'attività per motivi di salute, dedicandosi alla scrittura e lavorando gratuitamente per alcune testate giornalistiche nelle vesti di opinionista. alessandroruzzi@saturnonotizie.it


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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