Fallita la Cantarelli: decisione del Tribunale di Arezzo

Si chiude una storia durata oltre mezzo secolo
Scritta la parola fine sull'azienda Cantarelli: fallimento. La sentenza dichiarativa è stata presa in camera di consiglio dai giudici del tribunale di Arezzo Carlo Breggia, Antonio Picardi e Michela Grillo dopo la relazione del giudice Antonio Picardi che, dopo aver concesso ulteriore tempo a commissario e Ministero, ha preso atto della mancanza di vere e serie proposte di acquisto. Due i curatori nominati dal tribunale che seguiranno la procedura fallimentare: la dottoressa Lucia Stefani e l'avvocato Salvatore Sanzo del foro di Milano. Per prima cosa dovrà essere verificato se esistono le condizioni per l'esercizio provvisorio: una gestione dell'azienda che non deve produrre ulteriore debito, per essere presente a Pitti Uomo di giugno e evadere gli ordini presenti (6000 capi) in attesa dell'asta per l'aggiudicazione. La procedura di amministrazione straordinaria scattata con la dichiarazione di insolvenza del titolare Alessandro Cantarelli, è durata due anni e mezzo senza che il commissario straordinario Leonardo Romagnoli e il Mise trovassero un compratore. I 250 dipendenti vanno incontro alla sospensione (la fabbrica di Terontola è chiusa da Pasqua) e quindi alla disoccupazione. Si chiude una storia durata oltre mezzo secolo sotto varie denominazioni: Farus, Confar e quindi Cantarelli. Una realtà industriale della moda made in Italy che per decenni ha prodotto lavoro e benessere nel territorio tra Arezzo e la provincia di Perugia, negli stabilimenti di Rigutino e Terontola, fino ad occupare nei momenti di gloria anche ottocento dipendenti per lo più donne. Si apre un altro dramma sociale e occupazionale nella provincia di Arezzo. Con il paradosso di un fallimento (50 milioni di debito) che arriva nonostante la alta qualità de prodotti Cantarelli richiesti per la manifattura impeccabile espressione del vero made in Italy.
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