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Lavanderia ospedale San Donato di Arezzo: “bucato” il quadro occupazionale

Cgil: 30 posti di lavoro sono in bilico

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Gravi incertezze sul futuro dei 22 addetti, prevalentemente donne, della lavanderia dell’ospedale San Donato. Sono dipendenti della società Arese il cui appalto con la Asl Tse si è concluso a febbraio ed è attualmente in proroga. “Nel peggiore dei modi. Questo è il rischio che vediamo – commenta Elisa Calori, Segretaria della Filctem Cgil. Già a inizio anno avevamo chiesto garanzie all’Azienda sanitaria e continuiamo a farlo oggi. Adesso la prospettiva è che il nuovo bando preveda solo attività complementari quali logistica, magazzino e guardaroba e che il vero e proprio lavoro di lavaggio e stiro sia affidato o dirottato esternamente alla nostra provincia. Questa prospettiva sarebbe coerente con un possibile diverso utilizzo dei locali oggi adibiti a questo servizio ma non preserverebbe tutti i posti di lavoro ”.

Gli addetti, insieme al sindacato confederale Cgil e alle federazioni di categoria di settore, Filctem e Fp, hanno quindi tenuto oggi pomeriggio, fuori dall’orario di lavoro, un presidio di fronte all’ingresso dell’ospedale.

“In questi giorni – continua Calori – abbiamo sollecitato un incontro sia all’Asl Tse che a Estar e la mancanza di informazioni chiare e prospettiche su tenuta salariale e occuzionale, non ci può non indurre a immaginare decisioni in grado di compromettere il futuro lavorativo dei 22 addetti di Arese, che peraltro diventerebbero 30 allargando il ragionamento alle attività collaterali oggi svolte da 8 addetti alle dipendenze della cooperazione sociale. Sono persone che, in buona parte, hanno tra i 50 e i 60 anni e quindi difficilmente ricollocabili. Riteniamo quindi doverosa un’accurata riflessione sul futuro di questo servizio. I macchinari della lavanderia appaiono al limite dell’obsolescenza e l’assenza di investimenti da parte dell’Asl Tse è unaltro tassello che contribuisce a rendere oscuro e poco appetibile il futuro di questo ormai pluridecennale servizio”.

Per la Cgil questa vertenza è il simbolo del funzionamento della sanità nell epoca del definanziamento da parte del governo. “Questo settore – ricorda il segretario provinciale Alessandro Tracchi – è ricco di “invisibili”. Dai servizi alla manutenzione fino a parte del personale sanitario: un grande numero di “signor nessuno” che non viene considerato ma senza il quale la macchina sanitaria pubblica non funzionerebbe e i cittadini non avrebbero prestazioni. Gli addetti Arese alla lavanderia del San Donato ne sono oggi il simbolo. Un cambio d’appalto rischia di privarli del loro lavoro da un giorno all’altro, indipendentemente dalla qualità e dall’accuratezza dell’attività svolta. La Cgil chiede ad Arese  di essere e di considerarsi responsabile del loro futuro e all’Asl Tse e ad Estar di vigiliare attentamente su quando sto accadendo, assumendo scelte nel nome dlela sostLavanderia  ospedale: “bucato” il quadro occupazionale
Oggi la protesta degli addetti Arese Servizi sostenute da Cgil

Gravi incertezze sul futuro dei 22 addetti, prevalentemente donne, della lavanderia dell’ospedale San Donato. Sono dipendenti della società Arese il cui appalto con la Asl Tse si è concluso a febbraio ed è attualmente in proroga. “Nel peggiore dei modi. Questo è il rischio che vediamo – commenta Elisa Calori, Segretaria della Filctem Cgil. Già a inizio anno avevamo chiesto garanzie all’Azienda sanitaria e continuiamo a farlo oggi. Adesso la prospettiva è che il nuovo bando preveda solo attività complementari quali logistica, magazzino e guardaroba e che il vero e proprio lavoro di lavaggio e stiro sia affidato o dirottato esternamente alla nostra provincia. Questa prospettiva sarebbe coerente con un possibile diverso utilizzo dei locali oggi adibiti a questo servizio ma non preserverebbe tutti i posti di lavoro ”.
Gli addetti, insieme al sindacato confederale Cgil e alle federazioni di categoria di settore, Filctem e Fp, hanno quindi tenuto oggi pomeriggio, fuori dall’orario di lavoro, un presidio di fronte all’ingresso dell’ospedale.
“In questi giorni – continua Calori – abbiamo sollecitato un incontro sia all’Asl Tse che a Estar e la mancanza di informazioni chiare e prospettiche su tenuta salariale e occuzionale, non ci può non indurre a immaginare decisioni in grado di compromettere il futuro lavorativo dei 22 addetti di Arese, che peraltro diventerebbero 30 allargando il ragionamento alle attività collaterali oggi svolte da 8 addetti alle dipendenze della cooperazione sociale. Sono persone che, in buona parte, hanno tra i 50 e i 60 anni e quindi difficilmente ricollocabili. Riteniamo quindi doverosa un’accurata riflessione sul futuro di questo servizio. I macchinari della lavanderia appaiono al limite dell’obsolescenza e l’assenza di investimenti da parte dell’Asl Tse è unaltro tassello che contribuisce a rendere oscuro e poco appetibile il futuro di questo ormai pluridecennale servizio”.
Per la Cgil questa vertenza è il simbolo del funzionamento della sanità nell epoca del definanziamento da parte del governo. “Questo settore – ricorda il segretario provinciale Alessandro Tracchi – è ricco di “invisibili”. Dai servizi alla manutenzione fino a parte del personale sanitario: un grande numero di “signor nessuno” che non viene considerato ma senza il quale la macchina sanitaria pubblica non funzionerebbe e i cittadini non avrebbero prestazioni. Gli addetti Arese alla lavanderia del San Donato ne sono oggi il simbolo. Un cambio d’appalto rischia di privarli del loro lavoro da un giorno all’altro, indipendentemente dalla qualità e dall’accuratezza dell’attività svolta. La Cgil chiede ad Arese  di essere e di considerarsi responsabile del loro futuro e all’Asl Tse e ad Estar di vigiliare attentamente su quando sto accadendo, assumendo scelte nel nome della  sostenibilità sociale”.

Redazione
© Riproduzione riservata
22/05/2025 18:41:07


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