Il santuario della Madonna del Transito a Canoscio celebra l'Assunta

Il Vescovo: “Maria, maestra di fede e segno di sicura speranza”
Il santuario della Madonna del Transito a Canoscio, affacciato sulle colline tifernati, ha accolto oggi centinaia di fedeli per la solennità dell’Assunzione di Maria, appuntamento che da secoli richiama pellegrini dall’Umbria e dalla vicina Toscana. La celebrazione principale, alle ore 11, è stata presieduta dal vescovo di Città di Castello, mons. Luciano Paolucci Bedini, che nell’omelia ha invitato a guardare a Maria “come a un segno di consolazione e di sicura speranza”.
“Non è un caso – ha detto il vescovo Luciano – che questa solennità sia posta nel cuore dell’estate, tempo di passaggio e di bilanci. Alcune volte la fiducia e la speranza vengono meno perché viviamo passaggi duri di cui non vediamo la fine. Oggi la Chiesa ci mette davanti l’immagine dell’ultimo passaggio di Maria al Cielo, che spesso temiamo e di cui facciamo fatica a parlare. Eppure è proprio lì che si misura la storia di tutti noi”.
Il Vescovo ha ricordato che “Maria, per la sua immacolata concezione, nel momento del passaggio da questa vita alla vita piena del Cielo, è stata assunta in anima e corpo, così come saremo anche noi il giorno della risurrezione. Questa immagine, che qui a Canoscio contempliamo anche nell’icona del Transito, è un segno certo: quell’orizzonte di beatitudine, di pace e di compimento ci è stato conquistato e donato gratuitamente da Cristo”.
“Se l’orizzonte più alto è sicuro – ha proseguito – allora tutto ciò che viviamo, pur nella fatica e nell’incertezza, resta illuminato e non ci fa smarrire. Maria diventa il riferimento per alzare gli occhi al Cielo, non come chi pensa che dopo le difficoltà verrà un riposo lontano, ma come chi sa che la speranza illumina già l’oggi”.
Tre, per il vescovo, gli insegnamenti che Maria offre per custodire questa speranza: “Primo, fare spazio a Gesù nella nostra vita. Dio non è lontano, ma vuole entrare in tutte le nostre cose, dalla mattina alla sera, notte compresa. Secondo, farsi discepoli: conoscere la sua parola, comprendere la sua volontà, lasciarsi guidare da lui. Terzo, affrontare il passaggio della morte con fiducia, sapendo che non è per chiudere ma per aprire la porta eterna. Come Maria ai piedi della croce, addolorata ma senza perdere la speranza, anche noi possiamo vivere così ogni passaggio difficile”.
Nei giorni precedenti la comunità ha vissuto la novena e, ieri sera, la tradizionale processione dalla Pieve al santuario, un cammino di preghiera illuminato dalle fiaccole. Il rettore, don Franco Sgoluppi, ha sottolineato come questa festa sia “un’occasione particolare che da tantissimo tempo, da secoli, porta la gente su questo colle per venerare l’immagine di Maria Assunta in Cielo. È un’occasione per tante persone, dall’Umbria e dalla Toscana, per ritrovarsi a pregare e onorare la Vergine Maria. Ma deve essere anche un momento per mettersi in ascolto di ciò che Maria oggi dice alle nostre persone, alle nostre famiglie, alla Chiesa e all’umanità”.
Per don Sgoluppi il messaggio di Maria è chiaro: “Un richiamo a pregare intensamente, perché il Signore doni al nostro mondo pace, fraternità, giustizia e una riscoperta della fede che porta a quella speranza viva di cui ci parla il Giubileo, la speranza che non delude e trova in Cristo il suo fondamento e la sua origine”.
La festa continuerà anche domani, 16 agosto, con le messe alle ore 9, 11, 16.30 e 18, e la speciale benedizione dei bambini dopo ogni celebrazione. Nei giorni della festa i sacerdoti sono a disposizione per le confessioni, offrendo a pellegrini e fedeli un’occasione privilegiata di riconciliazione e grazia sacramentale.
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