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Rosa Chavez: Sarà un conclave massimo di 3 giorni, ho la mia cinquina

Ci sono anche italiani. Ma anche sorprese
"Manca ancora il nome, o lo stile, ma la direzione penso sia chiara". Così descrive il percorso verso il Conclave e l'elezione del nuovo Papa il cardinale salvadoregno Gregorio Rosa Chávez, già vescovo ausiliare della capitale San Salvador, grande amico e sodale del santo martire Oscar Arnulfo Romero, che conobbe fin dai tempi della sua adolescenza. Rispondendo prima dell'ingresso nell'Aula Paolo VI per la settima congregazione generale, Rosa Chávez — che non è un elettore, avendo superato gli 80 anni — dice che non sarà un Conclave lungo: "penso al massimo tre giorni". Dice anche che "è molto aperto, molto aperto" e che ci "potranno essere sorprese, come è sempre nella storia della Chiesa".
E alla domanda se in queste congregazioni generali qualcuno lo abbia particolarmente sorpreso, il cardinale risponde così: "Ho la mia lista nel cuore. Nella mia lista ci sono cinque nomi. È una lista molto interessante. E ci sono anche italiani". Ma alla richiesta se si può prevedere un Papa americano, o europeo o italiano, Chavez ripete: "tutto è possibile, tutte le porte sono aperte". E spiega: "ieri il predicatore (l'abate benedettino di San Paolo fuori le Mura, Dom Donato Ogliari, ndr) ha parlato di un 'cenacolo aperto allo Spirito'. Questa è l'attitudine: cosa dice lo spirito alla Chiesa? Asia? America? Europa?".
L'atmosfera pre-Conclave: calma e speranza
Secondo Rosa Chávez, il clima che si respira tra i cardinali in questa fase pre-Conclave è "molto calmo, molto fattivo, molto fraterno. Ascoltiamo molte proposte interessanti". L'atmosfera, ribadisce, è "molto calma, molto serena, c'è molta speranza. Direi che è anche gioiosa, perché papa Francesco ha detto a noi nella chiesa della 'gioia del Vangelo'. Questa è l'atmosfera".
Le sfide della Chiesa secondo Rosa Chávez
E a proposito dei problemi più importanti per la Chiesa in questo momento, "ieri il predicatore ne ha parlato, sia riguardo alle sfide per la Chiesa internamente, che quelle per la Chiesa nel mondo. Io ho condiviso la lista che ci è stata fatta ieri, tanto nel mondo quanto nella Chiesa". Il cardinale salvadoregno assicura che nelle discussioni si sente fortemente l'eredità di Francesco: "É come se fosse una base di tutte le discussioni. C'è una comunione con Papa Francesco in questo senso. La chiesa che ha lasciato a noi è una chiesa meravigliosa: il sogno di Dio penso che si trovi realizzato nel suo servizio come successore di Pietro".
Il futuro Papa: continuità con Francesco
Dunque il nuovo Papa sarà in continuità col magistero di Francesco? "Credo che tutto il mondo pensi così, la continuità non è discussione — risponde Chavez —. Io credo che siamo cittadini del mondo, e dunque di un mondo dove il conflitto è normale e le visioni sono differenti. Ma il Papa ha parlato del poliedro, le diversità per costruire unità. Tutti hanno un posto in cui meritano rispetto. Penso che questo clima di tolleranza sia essenziale per il futuro della Chiesa e del mondo".
Un simbolo di speranza: la foto di Trump e Zelensky
Anche attraverso la lente della fede, conclude, "quando pensiamo allo stile del mondo pensiamo a una visione politica: mi piace molto quando vedo la foto del presidente americano Trump e del presidente dell'Ucraina Zelensky prima della messa. Questo è un simbolo bellissimo: immaginiamo che finalmente la guerra si ferma, penseremo 'ecco il miracolo di papa Francesco'".
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