Torna l’ora legale: quando cambiare l’orario e cosa comporta

Un’ora di sonno in meno, ma giornate più luminose
Nella notte tra sabato 29 e domenica 30 marzo 2025, l’Italia tornerà ufficialmente all’ora legale: alle ore 2:00 del mattino, le lancette andranno spostate avanti di un’ora, segnando così le 3:00. Il cambio interesserà gli orologi analogici e digitali non connessi, mentre la maggior parte dei dispositivi elettronici - smartphone, tablet, computer - si aggiornerà automaticamente. Tuttavia, è consigliabile verificare manualmente che l’ora sia corretta. Il risultato sarà una perdita di un’ora di sonno, ma in cambio si potrà godere di giornate più lunghe e luminose, soprattutto nel tardo pomeriggio.
Ora legale sì, ora legale no: l’Europa divisa
Negli ultimi anni, l'Unione Europea ha discusso l'abolizione del cambio stagionale dell'ora. Nel 2018, una consultazione pubblica ha mostrato che l'86% dei partecipanti era favorevole all'eliminazione di questa pratica. Tuttavia, le divergenze tra gli Stati membri hanno impedito una decisione definitiva. Alcuni Paesi del Nord Europa preferirebbero mantenere l'ora solare permanente, mentre quelli del Sud, come l'Italia, sarebbero più inclini all'adozione permanente dell'ora legale. Di conseguenza, il cambio dell'ora continua a essere applicato.
Ora legale e risparmi energetici
L'adozione dell'ora legale in Italia comporta significativi risparmi energetici ed economici. Secondo Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, nei sette mesi in cui l'ora legale è stata in vigore nel 2022, il Paese ha risparmiato circa 420 milioni di kilowattora (kWh), equivalenti a un beneficio economico di 190 milioni di euro. Questo risparmio energetico corrisponde al fabbisogno annuo di oltre 150.000 famiglie italiane. Analizzando un periodo più esteso, dal 2004 al 2023, l'adozione dell'ora legale ha permesso all'Italia di risparmiare complessivamente circa 11,7 miliardi di kWh, traducendosi in un risparmio economico stimato di 2,2 miliardi di euro. Questi dati evidenziano l'importanza dell'ora legale nel contribuire all'efficienza energetica del Paese, riducendo la necessità di illuminazione artificiale durante le ore serali e, di conseguenza, diminuendo il consumo complessivo di energia elettrica.
Il cambio dell’ora tra sonno e abitudini sociali
Ogni anno, con l’arrivo della primavera, milioni di persone spostano avanti le lancette. Ma non tutti apprezzano questa routine: “È come perdere un’ora di sonno prezioso”, lamentano molti. Secondo sondaggi statunitensi, oltre il 50% della popolazione vorrebbe abolire il cambio d’orario. Alcuni politici negli USA propongono di rendere permanente l’ora legale, ma le principali associazioni di medicina del sonno avvertono: “Interromperebbe pericolosamente il sonno delle persone”.
Al contrario, altri spingono per un ritorno all’ora solare tutto l’anno, più in linea con i ritmi biologici naturali. Tuttavia, nemmeno questa ipotesi mette d’accordo tutti: secondo due fisici, gli effetti negativi del cambio d’orario sono “probabilmente esagerati”, come affermano su Royal Society Open Science.
Le origini dell’ora legale e il suo scopo storico
L’ora legale nasce nel 1918 negli Stati Uniti, durante la Prima guerra mondiale, con l’obiettivo di risparmiare energia sfruttando più ore di luce serale. Il concetto, però, ha radici più antiche: già nelle società preindustriali, le persone “modificavano naturalmente le proprie attività quotidiane in base alla luce del sole”, come spiega il fisico José María Martín-Olalla dell’Università di Siviglia.
Secondo lo studioso, il cambio d’orario moderno serve a ridurre lo scarto tra orologio sociale e ritmi biologici. “È un compromesso per evitare che in inverno si debba iniziare a lavorare troppo presto e in estate troppo tardi”, sottolinea.
I possibili effetti dell’ora legale sulla salute
Molti esperti mettono in guardia sui rischi per la salute pubblica legati all’adozione dell’ora legale, specialmente se permanente. “La luce del mattino è fondamentale per regolare il nostro orologio biologico”, spiega Joanna Fong-Isariyawongse, neurologa all’Università di Pittsburgh. L’esposizione precoce alla luce solare aiuta a “sopprimere la melatonina e sentirsi più vigili”, mentre la luce serale in eccesso può compromettere il sonno.
Secondo l’American Academy of Sleep Medicine, l’adozione permanente dell’ora legale – prevista da proposte come il Sunshine Protection Act – “letteralmente uccide le persone”, poiché aumenterebbe incidenti, infortuni e patologie cardiovascolari.
I ricercatori che difendono il sistema attuale
Non tutti però condividono le critiche. Martín-Olalla osserva che i dati disponibili sono “non del tutto conclusivi”, ed è difficile distinguere gli effetti del cambio orario da quelli legati alle stagioni. Anche il neuroscienziato Derk-Jan Dijk, dell’Università del Surrey, sostiene che “le conseguenze negative dell’ora legale potrebbero essere esagerate”.
Secondo questi esperti, il vero problema è l’organizzazione dei tempi di vita nella società moderna, dove molti vivono al chiuso e restano svegli fino a tardi, indipendentemente dall’ora legale o solare.
La proposta: più flessibilità e ora solare tutto l’anno
Per la neurologa Fong-Isariyawongse, non serve un approccio rigido, ma “maggiore libertà a scuole e aziende nel modulare le attività quotidiane in base alla luce naturale”. I ritmi biologici, secondo lei, “si adattano comunque durante l’anno”.
Anche Karin Johnson, neurologa alla University of Massachusetts, sottolinea che “non esiste una soluzione unica per tutti”, poiché ogni individuo ha un orologio biologico personale. Tuttavia, la comunità scientifica sembra convergere su una posizione: “l’ora solare permanente è la scelta preferibile”.
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