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Ancora incertezza per la riapertura del centro diurno di Bibbiena

Lista di Comunità: penalizzate le persone più fragili della comunità e le loro famiglie

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Da mesi ormai seguiamo con attenzione la vicenda del Centro Diurno di Bibbiena, sollecitando risposte attraverso interrogazioni e accessi agli atti. Già in campagna elettorale avevamo espresso forti dubbi sulla scelta dell’amministrazione di trasferire il servizio nell’ex sede di Tuttosicurezza a Bibbiena Stazione: un edificio con ampi spazi interni, ma senza aree verdi attigue e affacciato su una strada trafficata. Tuttavia, oltre alle criticità legate alla nuova sede, ciò che più preoccupa è il disagio delle famiglie, che dallo scorso luglio non possono più contare su un servizio essenziale.

In attesa della nuova sede, la cooperativa ha cercato di garantire continuità con attività in esterna due giorni a settimana per ogni utente e il mantenimento delle terapie occupazionali per tre persone. Un’offerta nettamente ridotta rispetto al servizio quotidiano su cui le famiglie facevano affidamento, e che purtroppo non può soddisfare tutte le esigenze delle persone seguite, ma che siamo consapevoli sia il massimo che la cooperativa può fornire in questa situazione.

In risposta alla nostra interrogazione del 7 gennaio,  il 4 febbraio l’amministrazione ci indica il 28 febbraio (circa) come data prevista per l’apertura della nuova sede. Una previsione che abbiamo accolto con favore, pur mantenendo le nostre riserve sulla scelta del luogo. Tuttavia, superata quella data senza alcuna comunicazione ufficiale, abbiamo richiesto di visionare il verbale redatto dalla commissione multidisciplinare incaricata della verifica dei locali, convocata poche ore dopo l’invio della nostra interrogazione.

La tempistica di questa convocazione solleva inevitabilmente interrogativi. È difficile pensare che l’amministrazione non fosse già a conoscenza delle condizioni del locale e delle criticità da risolvere. Più plausibile è che la commissione sia stata riunita in tutta fretta per dare un’apparenza di controllo, forse nella speranza di evitare che la questione emergesse pubblicamente.

Dal verbale, redatto il 17 gennaio, emergono diverse prescrizioni che lasciano incertezza sui tempi di apertura della struttura. Tra queste leggiamo ad esempio che "sono da rivedere i sistemi di apertura delle uscite di emergenza in funzione della tipologia di ospiti previsti e della collocazione dell'edificio a ridosso della via principale", che dei quattro servizi igienici solo uno è dotato di riscaldamento e che il numero stesso di servizi accessibili a persone con disabilitá risulta insufficiente, oltre a una serie di ulteriori documenti da fornire per ottenere finalmente l’agibilità.

Ora non si può tornare indietro sulla scelta della nuova sede, ma resta l’amarezza per una gestione che ha penalizzato le persone più fragili della comunità e le loro famiglie. Abbiamo affrontato la questione con discrezione, lasciando all’amministrazione il tempo di informare con chiarezza. Ma ancora una volta si è preferito il silenzio. Nel frattempo, il nostro sindaco denuncia pubblicamente i ritardi nei cantieri altrui, mentre qui non ce n’è uno che abbia rispettato le tempistiche previste. Forse, prima di puntare il dito, sarebbe il caso di dare un’occhiata più da vicino ai lavori di casa propria.

Redazione
© Riproduzione riservata
18/03/2025 11:33:54


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