Eleonora Giorgi è morta. “La mia anima è pronta”, le ultime parole

Una straordinaria lezione di vita
Eleonora Giorgi è morta stamattina a 71 anni. Se ne è andata con la stessa dolcezza con quale ha vissuto e ha accettato il tumore. La famiglia fa sapere che l'attrice si è spenta serenamente nell'amore e nell'abbraccio dei suoi figli. L'amata interprete di Borotalco (il dolore di Carlo Verdone, leggi qui) e mille altri volti di donna, era ricoverata in una clinica romana per la terapia del dolore: a fine 2023 aveva annunciato di essere stata colpita da un tumore al pancreas (leggi qui le speranze in un vaccino) e ne aveva raccontato l'evoluzione, anche in tv, conservando sempre il sorriso e invitando tutti a "vivere senza sprecare il proprio tempo". Di recente le metastasi al cervello avevano reso la sua vita più complessa, più faticosa. Ma lei non si è mai lamentata. I funerali si terranno in piazza del Popolo nella chiesa degli Artisti mercoledì 5 marzo, alle 16.
Le sue parole più belle
Un giorno, di recente, ha confessato: "Non sono mai riuscita a dirmi: 'Perché proprio a me?" Proprio a me anche quando sono successe cose meravigliose che agli altri non sono successe. Arrabbiata mai. Questo qui è stato l'anno più bello della mia vita perché io sono stata amata dai miei figli e da tutti voi in un modo che non mi era mai successo prima".
L'adorato nipotino Gabriele
Accanto a lei in questi mesi difficili i figli Andrea e Paolo, l'ex marito Massimo Ciavarro, la nuora Clizia Incorvaia e l'adorato nipotino Gabriele. Il figlio Andrea Rizzoli le ha dedicato il libro Non ci sono buone notizie (Piemme) in cui ha raccontato la malattia e insieme la voglia di vivere della madre.
“Ho avuto molta più paura di vivere. La vita a volte è crudele”, aveva detto durante l'ultima intervista concessa al Corriere della Sera in cui non aveva mancato di esprimere la sua gratitudine per tutti: “L’amore dei miei figli: gli infermieri mi dicono non è scontato”.
La condivisione della malattia
Eleonora Giorgi ha scelto di condividere la sua malattia con il pubblico fin dall’inizio e per questo è stata anche criticata. Ma lei non si è mai pentita: “Sono un personaggio da quando avevo 20 anni, ho condiviso tutto. Non c’è nulla di male a dire che non riesco a fare più di dieci passi. Sto facendo la terapia del dolore, morfina e cortisone. Ho un’ampolla al collo e l’ossigeno: mi tengono in vita non perché ci sia futuro, ma perché tutto succeda il più tardi possibile". E poi quelle parole che oggi suonano come l'estremo saluto: "Ogni giorno è un regalo. La mia anima è pronta”.
La carriera nel cinema
Sex-symbol degli anni settanta, Eleonora Giorgi ha vinto un David di Donatello nel 1982 per il film Borotalco.
Era nata a Roma il 21 ottobre 1953, ma aveva sangue straniero nelle vene (inglese per parte di padre, ungherese grazie alla madre) e questo misto tra rigore e passione si è sempre riflesso nella sua vita privata e professionale. L'influenza della scenografa Giulia Mafai (seconda compagna del padre) è stata determinante visto che sul set fu catapultata per caso dopo qualche servizio fotografico e un paio di film da non accreditata. La chiama Tonino Cervi che produce Storia di una monaca di clausura nel 1973 e ha un ruolo di spicco per lei a fianco di Catherine Spaak. Si tratta di un racconto popolare con qualche venatura erotica ma per la ragazza diciannovenne, libera e sfrontata, cresciuta al tempo della contestazione del '68, il cinema è un grande gioco che attira.
L’amicizia e la rivalità con Ornella Muti
All'inizio i registi la doppiano, ma poco a poco la sua voce roca e sensuale diventerà un tratto inconfondibile delle sue interpretazioni. Bionda, occhi cerulei, movenze da Lolita e disinvolta esibizione della sua bellezza (avrà presto un intero servizio su Playboy Italia), la ragazza acqua e sapone incrocia l'amica/rivale Ornella Muti l'anno successivo in Appassionata e nello stesso 1974 diventa un modello di successo con ben quattro film sempre legati a un erotismo rosa ed elegante. Sono gli anni delle nuove dive con Agostina Belli a completare un terzetto vincente insieme a Muti e appunto Giorgi.
L’eroina e la depressione
Ma nello stesso anno un dolore profondo (la morte del suo fidanzato Alessandro Momo a bordo di una moto che le ha preso in prestito) segna di colpo la sua vita. Si addentra nel tunnel dell'eroina, conosce la depressione, si rifugia alla radio, scompare dallo schermo. A vent'anni Eleonora Giorgi è già una donna carica di esperienze, non tutte felici. Le viene in aiuto Alberto Lattuada che, fidando nel giudizio dei migliori registi che l'hanno formata (Salce e Samperi in primis), la chiama nel '75 per Cuore di Cane dal romanzo di Bulgakov con Max von Sydow e Cochi Ponzoni come partner. A sorpresa per Eleonora è come un secondo inizio: da quel momento in poi le occasioni prestigiose si susseguono, una volta ancora secondo un destino artistico che le accomuna Ornella Muti, di due anni più giovane.
La scoperta del suo lato comico
Eleonora lavora con Giuliano Montaldo (L'Agnese va a morire), Damiano Damiani (Un uomo in ginocchio), Dario Argento (Inferno), Franco Brusati (Dimenticare Venezia), Liliana Cavani grazie alla quale incontra nel 1982 per Oltre la porta il compagno di scena più amato e rispettato, Marcello Mastroianni. Nel frattempo, però, Giorgi ha scoperto il suo lato comico, una leggerezza finemente ingenua che la rende partner ideale per Celentano (Mani di velluto) e Renato Pozzetto (Mia moglie è una strega). A coronare questa svolta è l'incontro con Carlo Verdone che in Borotalco (1982) ne fa la sua musa fatata e la ritroverà anni dopo in Compagni di scuola. Sarà, per quasi vent'anni, la sua ultima apparizione al cinema.
Le esperienze in tv e la regia
Confermerà invece la sua popolarità in tv, da Yesterday a I Cesaroni. Intanto, negli anni 2000, sceglie di dirigere proprio Ornella Muti in Uomini & donne, amori & bugie (la sua prima regia nel 2003) e poi di raccontare l'adolescenza confusa dei tempi nuovi in L'ultima estate del 2009. Gli allori invece erano tutti arrivati per Borotalco con la statuetta del David, il Nastro d'argento e il premio al festival di Montreal. Vincerà invece la Grolla d'oro per Nudo di donna (ancora con Lattuada) e avrà la nomination ai Nastri per la sua prima regia.
Il matrimonio con Rizzoli
Le vicende della sua vita privata hanno un ruolo importante rispetto alle scelte artistiche. Dopo il matrimonio nel 1979 con Angelo Rizzoli (da cui è nato il primogenito Andrea), il terremoto giudiziario che coinvolge il marito a inizio degli anni '80 segnerà la fine del matrimonio ma anche un disagio profondo in Eleonora che sceglie il silenzio, dirada l'attività artistica, privilegia la vita col figlio.
Le nozze con Ciavarro
Sul set di Sapore di mare 2 (1983) incontrerà poi Massimo Ciavarro, marito, amico, produttore insieme e lei e padre di Paolo. Nonostante qualche altro flirt (celebre quello con Warren Beatty raccontato nella sua autobiografia Nei panni di un'altra) e la lunga relazione con Andrea De Carlo, Ciavarro è rimasto per Eleonora Giorgi il compagno della vita, accanto a lei fino all'ultimo. La Giorgi degli anni 2000 abbraccia la tv dei programmi d'intrattenimento, tra una giuria di Miss Italia, un Ballando con le stelle molto autoironico e il Grande Fratello Vip.
La malattia e il testamento spirituale
Come è in fondo il suo testamento spirituale, il racconto della malattia e l'attesa della fine in Non ci sono buone notizie scritto dal figlio Andrea Rizzoli e introdotto da un testo di Eleonora che ne fotografa la vitalità raggiante e la dolcezza umana di una diva che ha saputo attraversare la vita da donna, ogni anno in più con la testa alta. Come ricorda Paolo Ciavarro nella nota che chiude il libro. Un "finale di partita" mai nascosto, ma regalato a noi come un inno alla vita.
Foto Ansa e Instagram
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