Palestina senza futuro
Molti nubi all'orizzonte
Che quelli di Hamas fossero merde, serial killers che non hanno tenuto a freno i loro più bassi istinti brutalizzando persino i cadaveri degli israeliani che hanno ucciso nell'attacco del 7 ottobre, si sapeva. Il modo in cui hanno affossato la speranza di due paesi separati fa rimanere in piedi una sola strada da parte loro, quella dell'annientamento degli israeliani (e probabilmente degli ebrei in genere). Israele ha certo il diritto di difendere i propri confini e cittadini.
Tuttavia inseguendo i terroristi arabi che negli anni 70 e 80 colpivano israeliani al di fuori di Israele (strage delle olimpiadi di Monaco, le sparatorie all'aeroporto di Fiumicino, etc etc) si è infilato in un cul-de-sac; magari era quello che volevano per poter poi giungere ad una tale esasperazione anche internazionale che concedesse mano libera alle forze israeliane. E da cui possono uscire soltanto con la vaporizzazione di terroristi (che loro giudicano e condannano senza passare dai tribunali), terroristi che vivono fra i civili che o li spalleggiano o sopportano (immaginate che fine faccia chi, nei territori arabi, si oppone ad Hamas). Ma civili restano. E muoiono.
Il numero dei morti israeliani nelle stragi 7 ottobre è diminuito, nel silenzio dei media, dai 1450 iniziali siamo scesi a 1250, in cui secondo alcuni critici sarebbero inseriti morti di mano israeliana durante le azioni di riconquista del territorio attaccato dai terroristi: tantissimi, ma i 25.000 morti di Gaza sono un numero impressionante, segno della indifferenza israeliana verso chi non è dei loro. Tanti sono i morti israeliani per friendly fire a conferma che uccidono tutto quello che mi muove, e pure attaccano “obiettivi” in terra straniera (di stamani la notizia di missili in Siria), cercando quasi l'allargamento del conflitto.
Hamas dice che la soluzione dei due Stati non gli va bene, il territorio destinato agli arabi deve essere dal fiume al mare. Un macigno contro cui si scontra buona parte della comunità ebraica che sperava che questa soluzione fosse ancora possibile; l'altra parte della società israeliana invece condivide lo stesso pensiero di Hamas per cui Israele deve essere dal fiume al mare sottintendendo che i palestinesi arabi se ne vadano, scompaiano, si vaporizzino.
A questo punto, visto che i piani israeliani per il futuro di quella area individuano nei soldi della comunità europea il denaro con cui ricostruire quello che gli israeliani hanno distrutto (ma questo sempre che si torni a immaginare una presenza non ebrea in Palestina), non si va da punte parti.
Ci vuole un prodigio: ve ne fu uno tanti anni orsono (quella 2023 sarà una pasqua storica), gli fecero la pelle. Non era dei loro, anzi sì. Corsi e ricorsi.
Alessandro Ruzzi
Aretino doc, ha conseguito tre lauree universitarie in ambito economico-aziendale, con esperienza in decine di Paesi del mondo. Consulente direzionale e perito del Tribunale, attento osservatore del territorio aretino, ha cessato l'attività per motivi di salute, dedicandosi alla scrittura e lavorando gratuitamente per alcune testate giornalistiche nelle vesti di opinionista. alessandroruzzi@saturnonotizie.it
Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.
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