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Aerei alimentati con carburante fossile prodotto dalle feci umane, costa poco e la risorsa abbonda

Il traffico aereo è responsabile del 2,4 per cento delle emissioni globali di CO2

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Volare a bordo di un aereo di linea produce in media 285 grammi di anidride carbonica (CO2) per ogni singolo passeggero trasportato per chilometro percorso. Il dato, preoccupante, diventa drammaticamente inquietante se si pensa che il traffico aereo è responsabile del 2,4 per cento delle emissioni globali di CO2 (dati ICCT). Secondo le stime di Supporting European Aviation, a luglio 2019 in Europa il traffico aereo (oltre 1 milione di voli) avrebbe generato 20,7 milioni di tonnellate di CO2. Indispensabile dunque trovare delle soluzioni alternative ai classici combustibili fossili. C’è chi punta alla mobilità elettrica, con risultati ancora scarsi a dire il vero, e chi invece vola verso nuove frontiere. 

L'ultima novità vorrebbe al centro dell’attenzione niente meno che le feci umane. Adeguatamente trasformate possono essere infatti usate come carburante. Firefly Green Fuels, una compagnia aerea con sede nel Gloucestershire, nel Regno Unito, sarebbe riuscita nell’impresa, catturando l’attenzione di moltissimi concorrenti: “Volevamo trovare una materia prima a basso costo e molto abbondante - ha raccontato l’amministratore delegato James Hygate -. E le feci rispondono perfettamente alle due esigenze”. 

Lo “sforzo” per raggiungere l’impatto zero nel trasporto aereo è grande, e ora coinvolge indirettamente tutti quanti. Secondo la Firefly Green Fuels la trasformazione delle acque reflue consentirà di abbattere del 90 per cento le emissioni di CO2. Un taglio delle emissioni decisamente importante, che potrebbe consentire all’aviazione di raggiungere lo zero netto entro il 2050, come auspicato dall'International Air Transport Association (IATA).  

Stando a quanto spiegato dalla società, i rifiuti umani verrebbero trasformati grazie a un metodo noto con il nome di “liquefazione idrotermale”. La combinazione di pressione e calore consente di trasformare i liquami in una polvere ricca di carbonio (biochar) - utilizzata attualmente in agricoltura come fertilizzante - e greggio. Al momento l’azienda è riuscita a dimostrare la fattibilità del suo progetto, ma ha effettuato test soltanto su piccola scala. Ciò nonostante, i chimici si dicono convinti si potrà presto usare il prodotto trasformato in sostituzione del carburante fossile standard. 

Firefly ha avviato i contatti con una moltitudine di società operanti nei servizi idrici del Regno Unito, e conta di ottenere liquami sufficienti per la produzione del nuovo combustibile. C’è comunque chi si dice scettico. Avviando alla trasformazione tutte le acque reflue del Regno Unito si riuscirebbe a soddisfare appena il 5 per cento della domanda interna del settore aeronautico. Inoltre le acque reflue - benché interessanti - una volta trasformate in combustibile, quando l’aereo si trova in volo rilascerebbero la stessa quantità di emissioni di carbonio. I vantaggi, in pratica, ci sarebbero, ma riguarderebbero il minor impatto ambientale nell’estrazione e nella trasformazione.

Notizia e Foto tratte da Tiscali
© Riproduzione riservata
13/01/2024 19:13:03


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