Rubrica Tecnologia

Il nostro volto sui porno deep fake: come può succedere e come difendersi

Utenti ignari che si ritrovano "clonati" ma sui corpi di altre persone

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Sono sempre più numerose le segnalazioni dei deep fake pornografici dove il volto dei minorenni viene associato, con l'intelligenza artificiale, al corpo di un'altra persona o anch'esso prodotto dalla tecnologia creando una copia finta che poi gira velocemente sul web ma anche sugli smartphone. È un pericolo sempre più di stretta attualità come dimostra il caso di Treviso in cui alcuni ragazzi, tramite app specifiche, hanno "spogliato" alcune compagne di classe facendo girare finte foto e video con i loro volti.

Quali sono i rischi

È chiaro che sono casi eclatanti in cui la super tecnologia viene utilizzata in modo malevolo: il Garante della Privacy spiega chiaramente che i "deep fake sono foto, video e audio creati grazie a software di intelligenza artificiale (AI) che, partendo da contenuti reali (immagini e audio), riescono a modificare o ricreare, in modo estremamente realistico, le caratteristiche e i movimenti di un volto o di un corpo e a imitare fedelmente una determinata voce". In un vademecum creato ad hoc, il Garante sottolinea che le persone che compaiono in un deep fake a loro insaputa non solo subiscono la totale perdita di controllo relativa alla propria immagine ma non riescono nemmeno ad avere il controllo delle proprie idee e pensieri "che possono essere travisati in base ai discorsi e ai comportamenti falsi che esprimono nei video".

Quali sono i reati

Purtroppo, ad oggi non esiste ancora una legge specifica contro i reati per i deep fake pornografici: a spiegarlo sono gli esperti avvocati di Dla Piper, Federico Lucariello e Francesca Cannata, al Corriere sottolineando che in base ai casi "tali condotte potrebbero integrare diverse ipotesi criminose già contemplate dalla legge". Innanzitutto, una delle più comuni riguarda l'estorsione: sono molti i malintenzionati che creano falsi corpi soltanto per ottenere del denaro evitando la diffusione del materiale pedopornografico. I legali spigano anche che "la combinazione di immagini o video di persone reali mediante l’utilizzo dell’AI potrebbero essere quelle della sostituzione di persona o della frode informatica". Invece, se si trovano più persone coinvolte in rete "potrebbe configurarsi un’ipotesi di diffamazione, eventualmente aggravata dall’utilizzo del mezzo di pubblicità".

Come difendersi

Ma come fare se le proprie immagini, video o audio circolano già in rete? Innanzitutto bisogna subito rivolgersi alla Polizia Postale che si metterà subito a lavoro per bloccare la circolazione dei contenuti illeciti ma rivolgersi anche al Garante della Privacy. Un'altra via è la segnalazione immediata ai gestori di un determinato sito che sono tenuti ad annullare immediatamente il contenuto illegale. Come sempre, le raccomandazioni che si fanno in questi casi è anche la massima attenzione, da parte degli utenti, a "evitare di diffondere in modo incontrollato immagini personali o dei propri cari". Gli avvocati concludono con un auspicio: introdurre leggi ad hoc "da parte del Legislatore, che sia finalmente in grado di sanzionare il fenomeno in sé, garantendo la massima tutela delle vittime, indipendentemente dalla configurabilità, in concreto, di altre ipotesi di reato".

Notizia e foto tratte da Il Giornale
© Riproduzione riservata
10/11/2023 07:04:29


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