Dal Nurofen alla Tachipirina, c’è carenza di 3.200 farmaci, ecco cosa sta accadendo e come fare
La conferma arriva dall’ultimo bollettino dell’Agenzia italiana del farmaco
Mancano antinfiammatori, antipireticicatta e antibiotici: scatta l'allarme in Italia perla difficoltà a reperire alcuni farmaci. La conferma arriva dall’ultimo bollettino dell’Agenzia italiana del farmaco che riporta l’elenco di medicinali difficili da reperire e – al 3 gennaio 2023 – il totale si attesta a 3.198, crescendo di 66 unit rispetto al rilevamento di dicembre (in cui era 3.132). I nomi più comunemente noti presenti nella lista - come riporta il Corriere.it - sono Moment, Neo Borocillina, Nurofen e Spididol.
Cosa sta accadendo
Il problema dell’approvvigionamento di alcuni farmaci è cresciuto in Italia come in tutta l’Unione europea a causa della riduzione della produzione dovuta alla pandemia di Covid-19, alla crisi energetica, alla guerra in Ucraina e alla riduzione del processo produttivo nei Paesi in cui si trovano le materie prime. Il principio attivo che più si fa fatica a rintracciare l’ibuprofene in sciroppo", rivela Marco Cossolo, presidente di Federfarma, che spiega anche le altre motivazioni dietro alla carenza di determinati farmaci. "Innanzitutto c’è stato un aumento dei consumi legato da una parte al diffondersi di un’influenza con sintomatologia più pesante rispetto al passato e dall’altra anche al Covid, che nel 90% dei casi viene curato tra le mura domestiche con anti-infiammatori. Per entrambe le patologie sono richiesti gli stessi medicinali e ci porta la domanda a crescere vertiginosamente. L’offerta fatica a stare al passo anche per la situazione internazionale che influisce anche in questo settore. La delocalizzazione di alcuni farmaci in Cina e in India ha reso più problematica l’importazione — aggiunge il presidente di FederFarma —, perché sono paesi al momento in pieno lockdown e questo rallenta la produzione".
Niente allarmismi
Com’era prevedibile appena è circolata la notizia della penuria di alcuni medicinali le farmacie sono state prese d’assalto. Ma niente panico. Le soluzioni, infatti non mancano. "Tenendo conto del principio attivo, il farmacista può benissimo consigliare un medicinale equivalente, specificando forma e dosaggio, che il paziente può assumere senza problemi - spiega Cossolo - ma anche lavorare sulla misurazione potrebbe essere una valida alternativa. Ad esempio, se l’ibuprofene 600 non è momentaneamente reperibile, possono essere sommate tre dosi da 200. Per quanto riguarda la versione in sciroppo, quella più carente, un problema soprattutto nelle preparazioni pediatriche, dal momento che ai bambini non si possono somministrare capsule e pastiglie — conclude Cossolo —, ma anche a questo si può rimediare allestendo il preparato nei laboratori galenici, di cui ormai molte farmacie italiane sono dotate".
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