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Asl e ospedali: sono al Nord le 5 migliori aziende sanitarie in Italia, le peggiori al Sud

Il monitoraggio prende in considerazione tutte le 110 Aziende sanitarie territoriali italiane

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Presentato ad Arezzo al Forum risk management, il report dell’Agenas sullo stato della Sanità in Italia restituisce un quadro già noto, ovvero quello di un Paese sostanzialmente diviso a metà: le cinque migliori Asl si trovano al Nord mentre le cinque peggiori sono al Sud. Secondo il documento che contiene i dati aggiornati al 2023 del modello di valutazione multidimensionale della performance manageriale riguardo le aziende sanitarie pubbliche, ospedaliere e territoriali, le 5 Aziende che raggiungono un livello maggiore di performance sono l’Azienda Ulss n.8 Berica; l’Ats di Bergamo; l’Azienda Ulss N.6 Euganea; l’Azienda Uls N.1 Dolomiti e l’Azienda Usl Bologna Le Asl.

Le migliori aziende ospedaliere

Stesso scenario per quanto riguarda le aziende ospedaliere, dove a primeggiare sul fronte dei risultati per quanto attiene all’accessibilità, la gestione dei processi organizzativi, la sostenibilità economico-patrimoniale e gli investimenti è il Piemonte con la Santa Croce e Carle di Cuneo diretta da Livio Tranchida. A ridosso dell’azienda cuneese, impegnata nel non facile percorso verso la costruzione del nuovo ospedale, nel report di Agenas troviamo l’Aou Padova, il Policlinico Tor Vergata di Roma e, sempre nella Capitale, il Sant’Andrea, seguito dal Policlinico San Matteo di Pavia.

Area prevenzione

Scendendo nei dettagli di alcuni dei parametri presi in esame nello studio  che ha interessato 110 aziende territoriali e 51 ospedaliere, l’area della prevenzione con riferimento agli screening a mammella, cervice e colon fa emergere un livello molto alto di performance nel Nord Este, mentre nel Nord Ovest non mancano criticità, lontane tuttavia da quelle assai elevate nel Centro e nel Sud. Basti pensare che se a Trento si raggiunge il 76% della popolazione a Cosenza non si va oltre l’1%.

Assistenza ospedaliera e sostenibilità economico-patrimoniale 

Per l’assistenza ospedaliera, tra degenze medie e tempi di attesa, a fronte di alti livelli in alcune aree del Nord si notano livelli anche bassi pur restando sempre nella stessa area del Paese. Nel caso della sostenibilità economico-patrimoniale il primato positivo è dell’Ats di Bergamo, seguita dall’Ausl di Parma e dell’Asl di Novara, mentre le performance peggiori sono all’Asl di Pescara.

Le ore lavorate dai medici

Ulteriore dettaglio interessante, per quanto attiene alle aziende ospedaliere, riguarda le ore lavorate dai medici e dagli infernieri nel 2023. Al Santa Croce e Carle di Cuneo quelle dei medici risultano prossime al valore di fabbisogno massimo, mentre lo stesso fabbisogno è addirittura superato nelle ore lavorate dagli infermieri. Un sistema di calcolo che, come ricorda Agenas, permetterà a ciascuna Regione di definire ogni anno il numero minimo di medici e infermieri che consenta di aprire un reparto e un numero massimo per farlo funzionare con efficienza. Sempre che, va aggiunto, quel personale lo si riesca a trovare.

Assistenza distrettuale

Rispetto al parametro dell'assistenza distrettuale, la valutazione degli indicatori (dotazione dei servizi territoriali; cure primarie; presa in carico del territorio; ospedalizzazioni evitabili e il consumo di prestazioni di specialistica ambulatoriale) indica invece che la situazione risulta essere molto omogenea a livello nazionale con la maggioranza delle Asl che risulta avere un livello di performance medio.

Foto Ansa

Notizia e foto tratta da tiscali.it
© Riproduzione riservata
29/11/2024 07:51:01


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