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Mondo Politica: intervista a Claudio Serafini consigliere comunale a Città di Castello
"Stiamo attuando alcuni punti programmatici di legislatura"
È entrato in consiglio comunale poco più di un anno fa nelle file della maggioranza con la lista “Civici per Secondi”. Claudio Serafini, volto nuovo nell’assemblea consiliare di Città di Castello, ma non per ciò che riguarda la politica, è poi presidente della commissione servizi e membro delle commissioni elettorale e assetto del territorio.
Serafini, un anno di mandato a Città di Castello: che esperienza si sta rivelando per Lei?
“Sicuramente positiva sotto diversi profili. Positiva perché, dopo una campagna elettorale intensa sul territorio, abbiamo potuto iniziare a mettere in pratica, come coalizione e giunta, alcuni punti programmatici di legislatura. Positiva inoltre per il clima che si è instaurato in consiglio comunale, nel rispetto dei ruoli e dell’appartenenza e ispirato al bene della comunità. Il primo anno va in archivio la ora ci attendono sfide e obiettivi da centrare”.
Più volte abbiamo rimarcato la numerosa presenza di volti nuovi in consiglio. I lavori consiliari si stanno svolgendo in forma snella, oppure a volte si dovrebbe agire più a livello di commissione, invece che di consiglio?
“I lavori consiliari, gestiti con saggezza ed esperienza dal presidente del consiglio e dall’ufficio di presidenza, scorrono bene, nonostante la mole di interpellanze e mozioni da discutere, segno tangibile del lavoro notevole che svolgono tutti i consiglieri”.
Quali provvedimenti state adottando per contrastare il caro energia?
“Più che provvedimenti, imposti fra l’altro per legge, è il buonsenso che guida la macchina amministrativa, anche se interventi sul risparmio energetico vengono adottati facendo ricorso a una gestione sempre più “green”, ispirata a un corretto utilizzo delle risorse. I Comuni, senza aiuti dall’Europa e dal governo, possono però da soli far poco e prima di tutto per tutelare le famiglie e le aziende. Credo però che il Comune di Città di Castello da tempo si ispiri all’impiego di buone pratiche e risparmio”.
Vi sono situazioni particolari per le quali il ruolo dei servizi sociali diventa determinante?
“Ora più che mai il Comune, vero e proprio “front office” con le emergenze delle persone e delle famiglie, è chiamato a dare risposte concrete e lo fa con bandi e progetti rivolti a chi si trova in difficoltà, attraverso misure ed aiuti economici e sgravi fiscali. Anche su questo versante, però, occorre attivare una rete plurale con tutti i soggetti istituzionali e privati per aumentare il potenziale degli aiuti e sostegni anche in termini di servizi”.
Cosa condivide e cosa non approva della manovra del governo Meloni?
“Condivido poco, francamente. In primo luogo, la mancanza di progettualità verso le politiche sociali, che si traduca in aiuti concreti alle famiglie. Poi una visione futura di speranza per i giovani sotto il profilo occupazionale. Non si può dire che i centri per l’impiego abbiano fallito la loro missione senza fare proposte. Mancano una visione innovativa in grado di creare opportunità di lavoro per le giovani generazioni e un piano scuola di cui fino ad ora non c’è traccia”.
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