Opinionisti Alessandro Ruzzi

L'Ucraina, il nazismo e noi italiani europei

Conoscenza e cautela

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Credo che la visione dei corpi dei combattenti ucraini che si sono arresi ai russi abbandonando la acciaieria di Mariupol abbia gettato nell'imbarazzo molti di quelli che avevano aderito acriticamente alla propaganda ucraina.

Corpi coperti di svastiche, simboli delle s.s., ritratti del Fuhrer e altre "amenità del genere" hanno fatto cadere il velo di retorica eroica sotto cui si cela una motivazione a quanto sta accadendo nell'est dell'Ucraina: esiste ovviamente (e seppur magari molto minoritaria essa è certamente sanguinaria) un gruppo di popolazione che si richiama al nazismo. Cosa sia accaduto in questi ultimi otto anni nella zona orientale dell'Ucraina lo potrebbero narrare soltanto i civili lì residenti, in una ipotetica condizione di libertà d'espressione.

Valga infatti ricordare che il tanto propalato appello delle mogli dei combattenti dell'acciaieria ha ricevuto 1 milione di adesioni via Internet: neanche quelli dell'Ucraina l'hanno sottoscritto. Altro che EuroSong del piffero…

Troppe volte in questi ultimi giorni ho sentito civili ucraini dire di non saper più di chi fidarsi, le bombe e le cannonate gli arrivano dalla parte e dall'altra: ma questi individui devono rappresentare il centro della nostra preoccupazione, e certo contano loro più che il mio condizionatore, ma spero che ormai tutti abbiate compreso che il costo dell'energia e la guerra in Ucraina non sono collegati.

Avevo parlato delle dinamiche storiche che avevano portato all'odio fra la gente ucraina e la Russia sovietica come la piattaforma su cui si è costruita una piramide di "distanza"; questi antefatti hanno ovviamente trovato terreno fertile in una zona di Europa che aveva in larga parte appoggiato il nazismo e l'esercito tedesco, mi riferisco a Bulgaria, Romania, Ungheria e parti dei Balcani. Nazioni nelle quali queste pulsioni riescono ad avere percentuali non trascurabili di partecipazione tanto da avere rappresentanti eletti nel parlamento nazionale. Buona parte di questi paesi è già entrata nell'Unione europea, altri sono nell'anticamera, l'Ucraina (e chissà chi altro) vuole entrare e di gran carriera, senza attese e senza controlli.

Noi italiani dobbiamo pentirci perché il nostro paese sotto il fascismo ha affidato alcune migliaia di ebrei italiani alle "amorevoli" cure del dottor Goebbels: voglio tuttavia ricordare che in Ucraina si è svolto un enorme massacro di ebrei, mi pare 30.000 in due giorni. Erano ebrei ucraini, oltre alle liste di cui erano dotati i nazisti state sicuri che gli ucraini ariani si sono adoperati per far togliere di mezzo gente alla quale voleva cavare tutto da sempre. A Tel Aviv possono far finta di niente, ma io credo che noi italiani dobbiamo tenere a mente quanto è successo e utilizzarlo come un discrimini nei confronti di una nazione che al suo interno ha una così notevole rappresentanza di nazisti doc.

Una nazione che si comporta nei confronti dell'Occidente come avesse dinanzi uno zerbino: il presidente ucraino proclama quello che le nostre azioni devono fare, il blocco qui, la sanzione là, l'ingresso su, le armi giù, petrolio e gas via, i soldi a pronti eccetera eccetera.

L'Ucraina è stata attaccata nella sua interezza; chiedono aiuti per respingere il nemico; si aspettano ospitalità e sostegno per i profughi; su questi punti ritengo che il nostro paese deve proclamare, sostenere, attivarsi.

E domandarsi se un invio di armi in stile statunitense non sia controproducente all'inizio di trattative e soprattutto fatale a tanta popolazione civile innocente. Infatti io sarei stato molto più favorevole all'invio di una forza militare nazionale di interposizione e persino all'invio di velivoli militari italiani per impedire il sorvolo da parte degli invasori.

È difficile immaginare quante vittime di crimini di guerra vi siano state per mano di ambo i contendenti, non parlo di furti o saccheggi, bensì di esecuzioni, stupri e deportazioni. Come è difficile per l'uomo della strada comprendere quali siano gli interessi economici che per taluni individui sono determinanti per la prosecuzione (anzi meglio lo sviluppo) dei combattimenti.

Io mi sono stancato di fare l'utile idiota.

Alessandro Ruzzi
© Riproduzione riservata
24/05/2022 06:58:42

Alessandro Ruzzi

Aretino doc, ha conseguito tre lauree universitarie in ambito economico-aziendale, con esperienza in decine di Paesi del mondo. Consulente direzionale e perito del Tribunale, attento osservatore del territorio aretino, ha cessato l'attività per motivi di salute, dedicandosi alla scrittura e lavorando gratuitamente per alcune testate giornalistiche nelle vesti di opinionista. alessandroruzzi@saturnonotizie.it


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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