Riccardo Lorenzi, l’avvocato ammaliato dalla fotografia che ancora scatta in pellicola

La passione per la fotografia lo ha portato a girare il mondo
Avvocato di professione, che ricopre l’incarico anche di Giudice di Pace a Città di Castello; padre e fedelissimo interista dalla nascita, ma che in fondo è rimasto un “ragazzo di Porta Fiorentina”. È Riccardo Lorenzi di Sansepolcro il primo ospite del 2022 della rubrica “Passione Fotografia”, nella quale viene messo in evidenza colui che è appassionato di quest’arte – perché di arte si tratta! – che però al tempo stesso non è la sua professione. Da sempre è vicino al Gruppo Sbandieratori di Sansepolcro e pure all’Associazione Cultura della Pace: con entrambe le realtà, negli anni sono stati portati a termine progetti interessanti e tanti altri sono quelli che andranno in porto nel futuro. Continua ad apprezzare il bianconero in fotografia e non nasconde il fatto che ancora oggi ‘scatti’ foto in pellicola e curi personalmente le stampe. La passione per la fotografia lo ha portato anche in varie parti del mondo, bloccando di fatto il tempo nelle diverse situazioni; una sua foto, poi, è stata scelta nel passato dal noto marchio Leica per una pubblicità. In cantiere, Riccardo Lorenzi ha tanti altri progetti, nonostante nulla lasci trapelare e… - come dice lui - solo per scaramanzia. Inizia, quindi, il viaggio alla scoperta della fotografia di Riccardo Lorenzi.
· Come e quando nasce la passione per la fotografia?
“Grazie a mio padre, di professione orefice e orologiaio e a mio fratello Corrado, che quando avevo 10 anni mi insegnò a sviluppare i negativi e a stampare le prime foto”.
· Preferisci pubblicare sempre lo scatto originale, oppure ti piace lavorare anche nella post-produzione?
“Tutto dipende ovviamente dalla fotografia e dall’utilizzo che ne devi fare. Spesso, oggi si è costretti a intervenire nei file digitali”.
· Qual è il tipo di fotografia che preferisci fare?
“Mi piace molto indagare sui vari generi: il ritratto, la street photo, le foto di architettura e anche i reportages”.
· Sei attratto dallo scatto in bianconero?
“Non lo nascondo e devo dire che sono molto attratto dal bianconero. Adoro la sua sintesi. Poi, parafrasando il pittore statunitense Lyonel Feininger, il bianco e il nero sono i colori dell’irrealtà”.
· Oggi ci sono tanti strumenti per fare fotografia: c’è sempre la reflex in testa, oppure apprezzi anche smartphone o drone, per esempio?
“Utilizzo sia la reflex che la mirrorless. Mi diverto a scattare anche con il cellulare ovviamente (il mio salva addirittura in raw). I droni li trovo sì interessanti, ma solo per i video”.
· Ti piacerebbe tornare per un attimo al vecchio e caro rullino, dove ogni scatto era sempre una sorpresa?
“Scatto ancora in pellicola, in piccolo e medio formato e curo personalmente le stampe”.
· Come nasce il rapporto sia con il Gruppo Sbandieratori di Sansepolcro che con l’Associazione Cultura della Pace?
“Sono stato attratto dalle bandiere sin da bambino. Grazie, poi, all’amicizia con Giuseppe Del Barna – storico e attuale presidente del sodalizio biturgense - siamo riusciti a fare insieme dei bellissimi progetti. Con Leonardo Magnani, figura di rilievo dell’Associazione Cultura della Pace, ci lega invece la passione per la nonviolenza: insieme abbiamo pubblicato negli anni quindici calendari e sei libri, lavorando inoltre a tanti altri progetti”.
· Per quale motivo, secondo la tua opinione, i giovani non si avvicinano facilmente al mondo della fotografia?
“In realtà i ragazzi di oggi hanno, secondo il mio parere, una buona attitudine all’immagine. Hanno sempre una fotocamera/cellulare con sé e, soprattutto su Instagram, vedo scatti molto interessanti”.
· C’è uno scatto che hai fatto, al quale sei particolarmente legato? E perché?
“E’ una fotografia (in bianco e nero e in pellicola) che ho scattato in Siria nel 2008: lo sguardo della ragazza con il velo nero è stato inaspettato ed emozionante. Questa foto è stata utilizzata dal marchio Leica per una pubblicità: per me ovviamente è stato un grande onore”.
· Ci sono allo studio progetti fotografici per questo 2022?
“La risposta è sì. Sto lavorando a numerosi progetti che mi stanno appassionando molto”.
· Un sogno che conservi nel cassetto, il quale speri che possa avverarsi al più presto?
“Negli anni ho presentato i miei lavori con videoproiezioni. Una delle più significative è stata quella di Paestum nel 2018, dove ho proiettato i volti dei lampedusani nel Tempio di Nettuno, Dio pagano del mare. Ecco, sto lavorando a un progetto simile… ma, da buon interista, lo tengo riservato per scaramanzia”.
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