Opinionisti Marco Cestelli

Figli e animali

Papa Francesco: Molti in occidente non affrontano la maternità e paternità

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Il Santo Padre, il Papa, benché io sia laico convinto e professo, è una grande autorità morale, perlomeno un punto di riferimento universale del pensiero, magari da criticare e negare ma su cui ragionare.

Cosa ha detto Papa Francesco? Che molti in occidente non affrontano la maternità e paternità; magari per averla procrastinata nel tempo, magari perché le condizioni non sono state ottimali, magari perché si è sbagliato partner; oppure più semplicemente perché la natura non li ha concessi, oppure per paura del futuro proprio e dei figli, oppure per egoismo verso i necessari sacrifici che questo comporta. Mille motivazioni, mille ipotesi, mille ragionamenti, altrettante opinioni. Si calcola un solo figlio per economia o per non sacrificarsi troppo, perché la casa è piccola, per non perdere il lavoro, per mantenere il proprio standard di vita. Legittimamente si sceglie anche di non avere figli, oggi è concepibile e legittimo mentre un tempo non lo era affatto. Insomma la decisione di avere o meno figli è subordinata a tante considerazioni che un tempo non venivano nemmeno calcolate poiché procreare era la priorità assoluta per l’individuo e quindi del matrimonio.

Il Papa però va oltre, ci dice (ed è verosimile) che colmiamo questa assenza di figli con la passione verso cani e gatti, animali domestici a cui riserviamo amore e cura genitoriale. Il Papa, quindi, ci invita a dare il giusto valore alle cose (dal suo punto di vista ovviamente), ci richiama al concetto basilare dell’umanità. Che altro dovrebbe dire il capo del più grande ente morale (o moralizzante) del mondo?

“C’è bisogno d’amore perdio, perché sennò sto male” cantava Zucchero, abbiamo bisogno di riversare affetto verso qualcosa o qualcuno, e questa esigenza primaria e naturale a suo tempo era indiscutibilmente destinata ai figli, meglio se tanti poiché una parte purtroppo moriva presto, poi magari un figlio te lo “rubava” la guerra, ecc. e c’era miseria, fame, paura. Nel 1945, non certo un anno facile, nacquero 821 mila bambini con 45 milioni di abitanti, nel 2019 420 mila su 60 milioni. Da sempre l’umanità ha ragionato in termini di procreazione, per fare figli siamo diventati agricoltori e allevatori 10.000 anni fa, quando eravamo tutti neri (anzi dicendola proprio “brutta”, eravamo tutti negri, noi Sapiens), prima eravamo cacciatori e raccoglitori, ci ammalavamo di meno, avevamo una dieta migliore ma avere figli era molto più problematico.

Fare figli e crescerli era il nostro patto con l’umanità, la nostra missione. Oggi il mondo è cambiato talmente tanto che non solo è legittimo ma altamente comprensibile che si facciano scelte diverse. Una donna (coppia) che decide di non averne è perfettamente donna e coppia, nella pienezza delle sue libertà e scelte. E io sono assolutamente d’accordo, ogni tempo e ogni cultura ha il suo modo di essere. Ma il Papa ci ricorda quelli che sono i nostri principi fondanti, tutto qui. Non lo trovo affatto scandaloso, anzi.

Amare gli animali è una bella cosa, curarli e ricevere quel poco o tantissimo che possono dare è straordinario, non ne ho mai avuti (cani e gatti) per cui non so esattamente cosa significa ma (cani) mi piacerebbe averne davvero. Mi domando se snaturarli con collarini di strass o castrandoli sia proprio un atto di amore, per non parlare di chi abbandona i cuccioli perché non sa come darli via o chi li lascia in giro per andare in vacanza. Però mi dispiace non condividere affatto l’equiparazione tra un animale e un umano, questo lo trovo fuori luogo (eufemismo) e persino disumano, un vero e proprio tradimento dei nostri principi ancestrali.

Avere figli significa “darsi” una missione, combattere per essa, amare oltre se stessi, rinunciare a qualcosa per uno scopo superiore. Va benissimo se qualcuno non se la sente o non ne ha voglia o non può, nessun problema per se stessi. Ma avere un animale mi sembra diverso, mi appare come una gratificazione per se stessi, un appagamento legittimo e sacrosanto ma troppo diverso. Ricevere affetto, fedeltà e attaccamento da un essere animale che non ti contraddice, che non ti critica, che accetta il tuo standard di vita, che ti fa compagnia, che ti guarda con occhioni teneri e ti accoglie a casa con gioia in cambio solo di carezze, cibo, e una passeggiatina per le proprie impellenze intestinali, ecc. è troppo diverso. Non si può mettere sullo stesso piano proprio perché snatura la nostra umanità. Il Papa ci ricorda solo questo e ci invita a riflettere in merito.

Ricordo una battuta, letta qualche tempo fa: “mettiamo i genitori negli ospizi e i figli all’asilo per poi sentirsi soli e comprare un cagnolino”. Un’esagerazione, ovviamente. Oppure “quando mancheranno soldi per le pensioni, mandate a lavorare cani e gatti. Quando sarete vecchi e malati fatevi curare dai vostri amici pelosi…” Una estremizzazione, certo.

Una società che invecchia e decresce perde “potenza”, competitività, si impoverisce, diventa debole. I cinesi che per decenni hanno combattuto contro “il secondo figlio” tra qualche anno avranno 300 milioni di anziani di troppo e un welfare inadeguato e stanno (con difficoltà) correndo ai ripari. Il Giappone non accetta immigrati e sono i più vecchi del pianeta ma scommettono sulla robotica (sì, avete letto bene). L’Africa raddoppierà la propria popolazione e saranno belli bellicosi in cerca del nostro decadente benessere. Una popolazione che invecchia come la nostra (tutto l’occidente più o meno) diventa dipendente dal welfare, esclusivamente economicista, egoista e post storica. Finché ha primati tecnologici sopravvive e poi soccombe alla storia e a chi nella storia umana ancora crede e combatte, e perde.

Concludo con una serie di dati statistici per inquadrare la situazione e il costo economico. Possiamo dire che il Papa dovrebbe farsi gli affari suoi, “che ne capisce lui”, “vuole i bambini per i suoi pedofili”, “pensi a San Francesco” … si può ridicolizzare in mille modi ma temo che sia solo un modo di guardare se stessi e il nostro decadente benessere.

I numeri: nel 2021 l'indice di vecchiaia per l'Italia dice che ci sono 182,6 anziani ogni 100 giovani, 7.636.545 sotto i 14 anni, 14.300.000 tra gatti e cani, Federconsumatori ha recentemente diffuso un’indagine secondo cui mantenere un cane costa in media dai 1600 ai 2000 euro nel primo anno di vita e di circa 1400 euro (per cani di piccola taglia), e 2100 euro (per cani di media e grande taglia) negli anni successivi. Il costo di mantenimento di un gatto si aggira invece attorno ai 1100 euro per il primo anno e 800 euro circa per gli anni successivi. Ovviamente queste cifre si riferiscono ad animali in buono stato di salute. Il mercato dei prodotti per l’alimentazione dei cani e gatti in Italia ha sviluppato un giro d’affari di 2.431 milioni di euro con un incremento del fatturato del +8%. Mantenere un figlio da 0 a 18 anni ha un costo medio di 175.642,72 euro. E' la cifra che emerge da un rapporto dell'Osservatorio Nazionale Federconsumatori, poco meno di 10.000€ all’anno. 

Marco Cestelli
© Riproduzione riservata
09/01/2022 07:34:49

Marco Cestelli

MARCO CESTELLI: Persona molto conosciuta a Sansepolcro, studi economici e commerciali a Milano, manager e imprenditore, scrittore, conferenziere e comunicatore, ha viaggiato in molte parti del mondo, ha sperimentato innovazioni e il valore della cultura. Legatissimo alla sua terra ama l’arte e la storia, la geopolitica e la cultura europea. Sa di non sapere mai abbastanza.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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