Opinionisti Mara Valentini

La sanità che vorrei

La medicina dovrà diventare colei che non solo guarisce ma cura e accompagna

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La Pandemia di Covid 19 è stata la riprova  dell’ inadeguatezza  del nostro sistema sanitario nazionale che ha mostrato, amplificate, le sue debolezze, le enormi difficoltà, gli errori e le conseguenti sofferenze. Tutto questo ha  evidenziato che non possiamo più aspettare e che è urgente produrre profonde e urgenti modifiche di questo comparto, riprogettando una  sanità del futuro partendo da  un completo cambiamento di mentalità , un passaggio inverso a quello che presenta lo stato dell’arte della sanità oggi. 

Occorre dunque  un completo cambiamento di analisi e organizzazione.

Un capovolgimento di visione, un ribaltamento radicale d’azione  che porti il servizio sanitario ad occuparsi più della prevenzione che della cura, un servizio ancorato al territorio per evitare l’eccesso di ospedalizzazione. Da una medicina di attesa, ospedalocentrica, dovremmo giungere ad un meccanismo di Protezione, Prevenzione e Promozione della Salute , coniugata con una particolare attenzione alle manifestazioni precoci di problematiche cliniche. 

Da una medicina reattiva in cui si cura il paziente quando è malato si dovrà passare a una medicina proattiva in base alla quale si lavorerà sulla prevenzione. Un vantaggio evidente  in termini di tempo e costi considerato l’invecchiamento della popolazione che richiede e genera una domanda di salute sempre più alta.

Tutto questo non vuol dire che il nostro  Sistema Sanitario e Socio Sanitario  non sia un bene insostituibile, perché lo è a tutti gli effetti ed è assolutamente prezioso per la salute pubblica. Guai se non ci fosse stato in questo periodo di pandemia,  ma il Covid ci ha anche, brutalmente, fatto capire che occorrono modifiche e al più presto una revisione dei sistemi.

Fondato nel 1978 con la legge 833 il Servizio sanitario Nazionale ha rappresentato per la prima volta un sistema innovativo, fondato su principi di equità e universalismo e gratuità.

Tuttavia , soprattutto in questi ultimi anni e a causa del cambiamento del welfare,  il SSN ha subito un lento declino anche in fatto di gratuità richiedendo i famosi tickets.

Sul declino del Sistema Sanitario e sui fattori che l’hanno determinato ci sarebbe  molto da dire: si parte da quelli culturali, a quelli sociali e politici, ma non è quello su cui oggi mi voglio concentrare.

In particolare,

Quello che è emerso con grande evidenza  è  l’importanza di avere una sanità territoriale ben organizzata, in grado di rispondere con tempestività ai cambiamenti che le emergenze impongono ed un sanità ospedaliera  flessibile e coesa, fortemente integrata con l’ambito territoriale per la presa in carico in continuità delle persone. Oltre a ciò determinanti si sono dimostrate le reti clinico-assistenziali che vanno a superamento delle barriere organizzative imposte da Unità Operative, Dipartimenti, Aziende Sanitarie ecc. ed una rete informatica che si ponga come scheletro di supporto per far comunicare i professionisti, trasmettere dati ed informazioni di sostegno alla cura.

L’intero modello  malattia–terapia-guarigione dovrà essere sovvertito e la medicina dovrà diventare colei che non solo guarisce ma cura e accompagna.

Da qui il rafforzamento  dei servizi territoriali orientati verso la prevenzione primaria e  una chiara definizione di obiettivi di assistenza orientati al Chronic care model, ossia non più il cittadino, il malato cronico, l 'anziano che si recano in ospedale ma il servizio sanitario che va dal cittadino La riorganizzazione dei Centri salute e l’introduzione di figure come l’infermiere di famiglia e il case manager;  nuovi strumenti come i follow-up domiciliari e telefonici, servizi di telemedicina consentiranno  di seguire il decorso del paziente in maniera puntuale e continuativa, evitando che i pazienti si sentano orfani del sistema salute.

 A tutto questo si dovrà aggiungere un valore aggiunto, una ricchezza unica: un capitale sociale formato da reti formali ed informali di volontari, associazioni, privati gruppi di auto-aiuto, centri anziani , reti di  volontariato che mettono a disposizione delle istituzioni quelle risorse che possono definire un nuovo welfare generativo in grado di far crescere il benessere e la salute della propria comunità.

Il passaggio sarà determinante: da un modello incentrato  sulla patologia, ad un percorso integrato che prenda in esame la persona nella sua complessità di malattie intercorrenti, storia personale e situazione sociale, andando a costruire  una rete a più livelli di interventi di promozione della salute e dei suoi determinanti.

E proprio sui determinanti sociali  della salute  vorrei concludere questa mia riflessione, indicatori di cui dovremo tenere conto perché fattori base della riforma sanitaria.

In sintesi ,i determinanti sociali della salute sono quei fattori che hanno un impatto sulla capacità degli individui o delle comunità di ottenere benessere.  

I determinanti  sono: alimentazione e stile di vita, ambiente e inquinamento, ambiente urbano e paesaggio: ben-essere e buon vivere , livello di istruzione; Il reddito e ricchezza;  l’attività lavorativa; Il sistema sanitario ed i suoi servizi; Le politiche abitative; l’ambiente fisico; Il sistema dei trasporti; L’ambiente sociale; La sicurezza pubblica.

Questi, oltre a costituire una porzione cospicua nella determinazione della salute, sono elementi modificabili e influenzabili dalle politiche, e su questi e non soltanto sugli interventi medici, nel lungo periodo, ci si dovrebbe concentrare.

Mara Valentini
© Riproduzione riservata
06/12/2021 20:45:26

Mara Valentini

Mara Valentini - Mara Valentini è nata e cresciuta a Rofelle, frazione del Comune di Badia Tedalda, e in questo contesto, ha imparato ad amare la terra e il mondo delle piante e dei fiori. Dopo esseri diplomata al Liceo Scientifico di Sansepolcro, si è laureata presso l’ Università di Urbino. Ama cambiare, intraprendere nuove sfide in un rinnovamento continuo. Da sempre impegnata in politica, per combattere le ingiustizie e difendere i più deboli. Nel 1989 è cominciata la sua storia nella Repubblica di San Marino, dove è stata Direttore generale del Dipartimento “Istruzione, Cultura e Università”. Membro CAHDPH Rights of Persons with Disabilites dal 2007 al 2016 presso il Consiglio d’Europa, Rappresentante della Repubblica di San Marino nel Committee of Experts on the Rights of People with disabilites (DECS-RDP), Council of Europe Strategy on the Rights of Persons with disabilites (2017-2023) a Strasburgo. Nella XXIX Legislatura è stata Parlamentare della RSM poi Commissario della Commissione Parlamentare I - Affari Istituzionali, Pubblica Amministrazione, Affari Interni, Protezione Civile, Giustizia, Istruzione, Cultura, Università e Ricerca Scientifica, poi Commissario della Commissione Parlamentare IV - Sanità, Sport, Territorio e Ambiente. Sindaco di Governo. Membro (UIP) Unione Internazione Parlamentare a Ginevra. Capo Delegazione (PAM) Parliamentary Assembly of the Mediterranean delle Nazioni Unite. Tra le sue passioni, la scrittura e la cucina: collabora con la rivista “Giardino Antico” dove ha una sua rubrica personale dal titolo “La cucina delle foglie”.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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