Opinionisti Marco Cestelli

Breve storia triste di una valle

Le grandi occasioni perse

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C'era una volta un paese, una valle e un partito. Un giorno l'erede di una grande famiglia di imprenditori decise di fare qualcosa di bello e di grande, un'importante operazione imprenditoriale che regalasse a se stesso un progetto di prestigio, sicuramente remunerativo, e alla valle e al paese un salto di qualità turistico, notorietà e tanti posti di lavoro; in parole povere ricchezza e orgoglio. L'imprenditore ci metteva la terra, una villa e un villaggio abbandonato e ormai cadente; un’azienda internazionale svizzera, specializzata, vi avrebbe realizzato un grande campo da golf a 18 buche, avrebbe riedificato il villaggio e costruito villette, creato spazi ricreativi e commerciali di alto livello nel paesello ormai in rovina, ristrutturato la villa come centro direzionale della nuova realtà, e portato in quei luoghi ricchi e gaudenti appassionati di quello sport.
E fu così che l'impresa e l'imprenditore portò il progetto al paese e alla valle, forse pensando di fare un grande regalo a quelle terre, con l'aria dello zio d'America che torna carico di doni per i parenti rimasti al paesello di origine. E invece non aveva capito che non funzionava così: il partito, all'epoca egemone in tutto il territorio, aveva intuito il pericolo per il popolo che si nascondeva tra i “regali” dell'imprenditore: impatto ambientale disastroso, il perfido imprenditore avrebbe creato un mostro di prati verdi e lussureggianti al posto delle amabili sterpaglie naturali, regno di farfalle e fauna autoctona; inoltre un fabbisogno di acqua e risorse, per il suo mantenimento, proprio dove sorgeva il più grande bacino idrico della regione che difficilmente avrebbe potuto sopravvivere alle continue ed estenuanti annaffiature; inoltre e soprattutto, gli scellerati elvetici avrebbero rovinato per sempre, con lottizzazioni invasive e distruttive, una località che da tempo immemore veniva chiamata “monti rognosi” con villette di lusso e strutture di pregio ( da Rognoso, che ha la rogna, la scabbia, che è malato). E che dire poi dei ruderi del villaggio, così caratteristici e tipici di una civiltà passata, e così romantici, pittoreschi, poetici nel loro decadente aspetto? Trasformalo in un borghetto del lusso e del bieco commercio asservito alle voglie degli opulenti golfisti americani e giapponesi, magari arabi, con le loro camicie a fiori e carte di credito dorate? E vogliamo parlare del traffico di elicotteri che avrebbero funestato l’azzurro cielo di questo paradiso, i macchinoni che avrebbero percorso le strade di quei luoghi ameni? E lo schiavismo insito nelle maestranze locali richieste per il funzionamento di questo ecomostro così malamente ideato, 300 persone asservite alle voglie dei ricconi con mazze metalliche e guidati dal teutonico nerbo dei padroni d’oltralpe?
Incredulo e attonito, l'imprenditore, e l'impresa, presentò progetti e relazioni, assicurazioni e calcoli, un plastico e un sogno. Nulla da fare. Nel frattempo il sindaco del paese nella valle prescelta, e un assessore, entrambi appartenenti allo stesso partito che stava salvando il territorio da questa nefasta opera, credettero che, invece, tutto questo fosse una cosa buona per le loro genti, tanti posti di lavoro anche di buon livello, un indotto importante per le aziende locali, commercio di alto profilo, prestigio e denaro da reinvestire nel comune. Furono cacciati dal partito, relegati alla gogna politica, esposti al pubblico ludibrio quali servi del padrone che voleva depredare il territorio (di sua proprietà). Non ci fu nulla da fare, gli svizzeri portarono altrove i loro biechi propositi lucrativi, l'imprenditore si dissolse assieme al suo progetto.
E così la valle fu salva e il paese fu preservato da tanto sconquasso e si poté rilassare nella sua rassicurante mediocrità, i monti rognosi rimasero tali, il lago rimase azzurro come il cielo sopra di esso e i cinghiali poterono bere le sue acque in tutta tranquillità.
Sembra che anche all'epoca il partito in questione disse “Ho presente il futuro”.
Fine.

Redazione
© Riproduzione riservata
15/09/2021 09:19:09

Marco Cestelli

MARCO CESTELLI: Persona molto conosciuta a Sansepolcro, studi economici e commerciali a Milano, manager e imprenditore, scrittore, conferenziere e comunicatore, ha viaggiato in molte parti del mondo, ha sperimentato innovazioni e il valore della cultura. Legatissimo alla sua terra ama l’arte e la storia, la geopolitica e la cultura europea. Sa di non sapere mai abbastanza.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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