Strage di Bologna, un 2 agosto ancora senza una verità: il ricordo di Roberto Procelli
Le parole dei cugini Walter e Gianfranco: il Comune di Anghiari presente stamani alla cerimonia
“Era una promessa che abbiamo fatto agli zii, quella di portare avanti il ricordo di nostro cugino”. Sono le parole di Walter Farinelli e Giancarlo Palazzeschi nel giorno in cui ricorre il 41° anniversario della strage alla Stazione di Bologna dove perse la vita l’anghiarese Roberto Procelli, giovane militare che stava rientrano in Valtiberina. “Questa data – dice il cugino e coetaneo Walter – per ognuno di noi è un qualcosa di unico ma al tempo stesso diverso: con Roberto c’era un rapporto particolare, avevamo la stessa età ed era come un fratello. In questi anni ci siamo sempre interrogati sul perché si può morire all’improvviso a soli 21 anni: un giovane carico di sogni, svaniti in un attimo. C’è, quindi, una ricerca della verità ma non come vendetta: credo che ci siano dei capitoli della nostra storia contemporanea mai dipanati del tutto e insieme alla strage di Bologna penso a Ustica oppure a Piazza della Loggia. Dobbiamo capire fino in fondo questi capitoli neri della nostra storia, ma non solamente dal punto di vista della magistratura. Finché la verità non emerge – sottolinea il cugino – gli interrogativi non li seppelliamo: non mi piace definire Roberto come un eroe, eroi credo che siano i miei zii (i genitori di Roberto) che hanno portato dentro questo dolore per tanto tempo; mio zio ha superato 28 interventi chirurgici, ma non ha mai voluto lasciare sola mia zia perché sarebbe stato un dolore troppo grande da dover superare”. Se Walter si definisce un po’ la mente, Giancarlo è il braccio. “Guai a toccare le celebrazioni del 2 agosto – precisa – è una promessa che abbiamo fatto ai nostri zii, quella di portare avanti il ricordo di Roberto. La ricerca della verità è importantissima, ma non solo per la famiglia che comunque vuole sapere sia il motivo e chi lo ha ucciso, ma per l’intera opinione pubblica: una strage che non doveva affatto succedere, la quale deve comunque essere d’insegnamento per le nuove generazioni”. Sono morti nel frattempo anche i genitori di Roberto Procelli: era il figlio unico di Rinaldo e Ida, tornati in Italia dopo aver lavorato in Svizzera. Roberto, diplomato ragioniere, aveva anche trovato lavoro ma il 13 maggio del 1980 era partito militare. Dopo l'esplosione della bomba, il suo corpo fu identificato grazie alla piastrina al petto. Anghiari non lo ha dimenticato. Stamani il vicesindaco Claudio Maggini sarà alla Stazione di Bologna e rappresenterà ufficialmente l’intera comunità nella cerimonia di commemorazione di tutte le vittime della strage, nel pomeriggio alle 19 al cimitero di San Leo (dove Roberto riposa) verrà celebrata una messa in ricordo del giovane anghiarese, mentre in piazza del Popolo si terrà alle 21 un concerto dedicato come di consueto alla sua memoria. La serata musicale vedrà protagonisti Claudio Rocchi (tenore), Noemi Umani (soprano) e Mauro Corna (basso) assieme all’Anghiari Ensemble, nell’edizione 2021 di Classica Valtiberina “under the stars”.
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