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Quattro chiacchiere con Franco Meoni rivenditore auto di Sansepolcro

Un attività che più delle altre ha pagato le conseguenze del Covid-19
Sta portando avanti l’azienda avviata dal padre. Franco Meoni e la moglie sono impegnati nella conduzione di una nota realtà che effettua trasporto passeggeri e scolastico e autonoleggio a Sansepolcro, con sede proprio all’altezza della rotatoria di San Lazzaro. È di una quelle attività che più delle altre ha pagato le conseguenze del Covid-19.
Meoni, una domanda scontata: quanto si è fatto sentire l’effetto del Covid-19 sulla vostra attività?
“Tanto! Ci ha messo in ginocchio e credo che dopo quella dei baristi e dei ristoratori la categoria più penalizzata sia stata proprio la nostra, peraltro nel momento di “fioritura” della stagione. Bloccati gite e trasporti scolastici, poi le trasferte delle società sportive e altre gite e pellegrinaggi in luoghi sacri, peraltro chiusi anche quelli”.
L’estate potrà favorire un qualche recupero di attività?
“Direi che anche l’estate, come la primavera, debba essere considerata compromessa. Non parlerei quindi di recupero, anche perché di stranieri in giro ve ne sono pochi: una presenza marginale, proprio come durante il lockdown. Anche di campi estivi non si parla: al momento andiamo avanti con tre linee del trasporto pubblico locale, ma non sono sufficienti”.
E la ripartenza si porta appresso tutte le regole sui distanziamenti. Che cosa comportano per una ditta come la vostra?
“Non ci sono ancora linee chiare, perché non sono uscite. Siamo in attesa di una riunione proprio sull’argomento, perché tuttora stiamo brancolando nel buio. Del trasporto persone non parla nessuno e nessuno ci ha chiamati, quasi come se non esistessimo o fossimo una categoria semi-dimenticata. Che al momento non incassa ma che deve pagare regolarmente le tasse e sostenere costi per le operazioni di sanificazione”.
Quanto pensa che durerà una situazione del genere e quindi quando si potrà parlare di normalità nel vero senso della parola?
“Il Covid-19 si sta fermando, ma la mia paura è al momento della ripartenza non vi sia nessuno di noi pronto. Abbiamo di conseguenza bisogno di capire in che modo dobbiamo ripartire e confidiamo in un aiuto per varare una progettualità nuova e di territorio, sperando vivamente di poter ripartire a settembre ma di non fermarci a novembre perché il virus è tornato: sarebbe la fine e non solo per noi del trasporto persone”.
Quale futuro per il trasporto pubblico locale?
“E’ scoppiata adesso la bega in Regione: ci sono i francesi e noi siamo fra i subappaltatori. Io sono presidente del consorzio Ctp 2003, che riunisce una serie di aziende del trasporto pubblico locale in affidamento; qualcosa come un milione di chilometri all’anno e il coinvolgimento di 23 Comuni della provincia di Arezzo. Lo ripeto: dobbiamo riunirci tutti insieme (enti, ditte, utenti e soggetti coinvolti) per capire come si dovrà ripartire”.
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