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Le peggiori compagnie aeree del 2019: a sorpresa c’è anche la British Airways

Nella lista nera, guidata da Ryanair, non compare Alitalia

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Un tempo si proclamava la compagnia aerea "preferita nel mondo", ma ora che ha compiuto 100 anni di vita, festeggiati lo scorso 25 agosto, la British Airways sembra essere letteralmente precipitata nel gradimento dei viaggiatori britannici che la ritengono alla stregua delle low cost. Secondo una classifica messa a punto dall'associazione di consumatori Which? Travel la compagnia di bandiera britannica è la seconda peggiore tra le 17 prese in considerazione per le lunghe tratte, dietro solo alla American Airlines, e la terza peggiore tra le 15 che operano nelle corte tratte facendo meglio solo di Ryanair e Vueling. Nessuna delle due classifiche prende in considerazione l'Alitalia, mentre sono presenti altre compagnie europee come Lufthansa, Swiss Air, Norwegian e persino Tap Portugal.

Secondo il sondaggio, basato sulle esperienze di 6.500 viaggiatori, appena il 55% dei viaggiatori è rimasto soddisfatto del servizio della British, un misero 11% in più rispetto alla Ryanair e molto meno anche dell'altra low cost, la britannica EasyJet. I passeggeri hanno criticato la compagnia aerea per la scarsa qualità dei cibi e delle bevande, il poco comfort dei suoi seggiolini e il rapporto qualità-prezzo sia per i servizi sia a corto che a lungo raggio.

"Se potete nelle tratte corte scegliete Jet2. È di qualità migliore rispetto a BA e spesso ha tariffe più economiche di Ryanair. Se invece volete andare negli Stati Uniti, Virgin Atlantic batte la British Airways mani basse", ha sentenziato il direttore del magazine Which? Travel.

Per la compagnia, che solo 4 anni fa era in testa alla classifica, è la degna conclusione di un vero e proprio annus horribilis che è iniziato con il caos creato ad agosto da un guasto nel sistema informatico dell'azienda e che ha causato la cancellazione di quasi 130 voli e il ritardo di almeno altri 300. Come se non bastasse un mese dopo la British è stata costretta a lasciare a terra 2.325 voli, quasi l'intera flotta, quando i piloti hanno organizzato uno sciopero di due giorni che ha colpito quasi 200mila passeggeri.

La compagnia ha contestato comunque il risultato sostenendo che sarebbe viziato dal minor numero di interviste fatte a compagnie meno conosciute, che ne avrebbero favorito il posizionamento. Un portavoce ha sostenuto che i dati interni «mostrano che i punteggi di soddisfazione dei clienti sono aumentati e continuano ad aumentare», rivendicando un investimento da 6,5 miliardi in nuovi aeromobili, sale aeroportuali, cibo e tecnologia.

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
19/12/2019 22:38:08


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