Opinionisti Alessandro Ruzzi

Il nodo gordiano del polo fieristico di Arezzo

I dubbi d'un cittadino d'Arezzo, un toscano che ha per anni contribuito alla CCIAA

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Insomma uno come tanti che hanno lavorato nel settore orafo del nostro distretto, uno che ha fatto oltre venti fiere -o sagre- nel padiglione fieristico aretino, quello che una volta era il CAC (Centro affari convegni) e che da qualche anno si chiama Arezzo fiere e convegni. Cambio di nome avvenuto dopo la grandiosa opera di sviluppo immobiliare che ha visto gettare una quarantina di milioni di euro per dotare la città di colosso con le gambe di argilla.

Soci: Regione Toscana 39,8%, Camera di Commercio 19,6%, Provincia Arezzo 12%, Comune Arezzo 11,2%, istituti di credito 13,4% e altri soci privati 3,9% (credo espositori orafi, associazioni); ad un singolo toscano, cittadino di Arezzo e residente nell'aretino quel bussolotto è costato circa € 63. Considerato che anche la Camera di Commercio è socia col quasi 20% -attingendo anche dai denari della quota camerale che ho versato per anni- nel mio caso il costo è stato anche superiore.

Quindi non è che posso restare indifferente quando si parla della cessione delle manifestazioni orafe alla società IEG, e mi si devono rizzare le antenne quando si dice che la Regione Toscana acquisterà la collezione “oro d'autore” per cifra compresa fra 1,65 e 2 milioni di euro. Perché da un lato si parla di manifestazioni basilari per l'economia distrettuale, eventi che vengono definiti come le uniche fonti di ricavi e reddito per la struttura fieristica aretina: quindi desidero che siano ceduti al prezzo più alto possibile. Anche perchè compra la società che ha in mano la principale concorrente delle fiere aretine, cioè Vicenza. E gli orafi aretini non avranno paracadute.

Dall'altra parte la Regione intende acquistare 200/300 prodotti realizzati gratuitamente da aziende che esponevano a manifestazioni orafe e messi a disposizione del polo fieristico: le mie perplessità su questa vendita sono moltissime, dalla legittima proprietà al profilo etico (vendere oggetti ricevuti in regalo?), sino alla utilità dell'operazione.

Il tutto condito dalla mancanza di perizia sul valore degli beni in oggetto: pagare  fra 5.000 e 10.000 € per ogni gioiello con spesa totale molto prossima a 2.000.000€ di soldi toscani con una semplice delibera di giunta regionale. Mah?! Con tutte le cose pubbliche (infrastrutture, servizi sanitari, scuola ect ect) che hanno bisogno di dotazione finanziaria l'idea partorita dalla giunta Rossi mi sembra proprio gran bella bischerata.

Lo so benissimo che i conti di Arezzo fiere congressi fanno orrore, solo l'ultimo bilancio si è chiuso con circa 4,5 milioni di euro di perdita, ma non è mica colpa mia.

Far decidere a persone che al più hanno partecipato al taglio del nastro delle varie manifestazioni la vendita di fiere così importanti a società concorrente senza il supporto di adeguata riflessione pubblica sulla congruità della cifra è atroce sciocchezza.

Persone -che non hanno mai sperimentato lo stress vissuto dagli espositori “invitati” a fare i pezzi oro d'autore- decidono l'acquisto a carico della Regione Toscana, sospetta bestialità per tappare il deficit. Ancor più sospetto se si parla di allargare l'intesa alle fiere toscane, temo Arezzo paghi per tutte.

Quindi occorre totale trasparenza sulle perizie di fiere e collezione, adeguata riflessione sull'utilità di vendere le mostre orafe -la più significativa ha oltre 30 anni di anzianità- per le implicazioni che ricadono sulle aziende del distretto orafo e per valutazione dell'adeguato rapporto fra ricavi generati e prezzo di vendita. Per oro d'autore casomai i soldi vadano a chi ha fatto quei pezzi unici, cosa ci incastra Arezzo fiere?

Facile fare i finocchi con il culo di quegli altri. Soldi della comunità, che non ha colpe.

Il tutto non appare risolutivo. Ha detto il consigliere Stella durante il “dibattito” comunale: “Se poi i debiti ammontano a 9 milioni di euro e da queste operazioni se ne incasseranno 5, ne resteranno 4. Mi pare una quota ancora consistente. Chi e come la ripianerà?”. Silenzio, e Stella non ha votato colla sua maggioranza; mentre il Pd comunale ha votato diversamente dal Pd provinciale (anche se c'è chi siede in entrambi i consigli). Fantastico!

La questione dipendenti (costo corrente principale) non viene toccata: per ora il nuovo amministratore (indicata dalla Regione) ha smesso di pagargli stipendi, una idea geniale. Leggo che hanno intenzione di tagliarne 4 o 5 (su 18/19), come se questa fosse la soluzione: ridurne il costo di un quarto non risolve. Quindi? Speriamo qualcuno non proponga di sopprimerli, i soci potrebbero votare a favore.

Arezzo Fiere metterà a disposizione di IEG gratuitamente (!!) un ufficio attrezzato con utenze e servizi. Immagino abbiano anche offerto il classico fiasco d'olio. Porannoi.

Redazione
© Riproduzione riservata
19/11/2019 08:41:54

Alessandro Ruzzi

Aretino doc, ha conseguito tre lauree universitarie in ambito economico-aziendale, con esperienza in decine di Paesi del mondo. Consulente direzionale e perito del Tribunale, attento osservatore del territorio aretino, ha cessato l'attività per motivi di salute, dedicandosi alla scrittura e lavorando gratuitamente per alcune testate giornalistiche nelle vesti di opinionista. alessandroruzzi@saturnonotizie.it


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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