Ma che fine ha fatto il progetto del secondo ponte sul Tevere di Sansepolcro?

Città bloccata in caso di problematiche all'uscita della superstrada E45
Gli incidenti che si sono succeduti in questi giorni nei pressi dell’uscita della E45 - che hanno causato lunghe file (solo due nella giornata di mercoledì 14 marzo) e di fatto isolato completamente la città di Sansepolcro – fanno capire ancora una volta quanto sia importante e fondamentale la realizzazione del secondo ponte sul Tevere. In molti si chiedono perché non si parla più di questa opera, presentata in pompa magna oltre due anni fa con un progetto esecutivo e con il relativo finanziamento della Regione Toscana e il cofinanziamento coperto con la vendita di alcuni beni comunali (vedi il complesso di Poggio alla Fame). In città si aspettavano che da tempo fossero iniziati i lavori, ma di tutto questo ancora non si sa nulla: né quando inizieranno i lavori, né quando questa struttura potrà risolvere i problemi di isolamento di Sansepolcro. Il secondo ponte sul Tevere resta comunque un progetto a metà, in quanto eliminerà le code in entrata a Sansepolcro ma creerà problemi sicuramente in via Bartolomeo della Gatta (la circonvallazione che unisce Le Forche con lo svincolo per il Trebbio) all’altezza del Foro Boario, in quanto alla fine della lunga bretella c’è a sinistra il sottopassaggio di via Giuliano da Sangallo che costituisce una strozzatura. Nessuno parla di un progetto interregionale con San Giustino e Città di Castello per la costruzione di una bretella parallela alla E45 e alla vecchia Tiberina 3 bis, che all’incirca dovrebbe sbucare in superstrada nei presi della piastra logistica di Cerbara. Lo abbiamo visto in queste circostanze che cosa significhi avere un unico accesso alla città, non dimenticando quanto successo a fine 2010 con il cedimento dei conci della diga di Montedoglio: con la chiusura temporanea dell’unico ponte sul Tevere presente, Sansepolcro si ritrovò di fatto isolata dalla parte occidentale e tutti, per recarsi e per tornare dal lavoro, dovettero passare per Pistrino. E poi, perché nessuno sta pensando di costruire sulle ceneri del vecchio ponte sul Tevere (accanto a quello attuale), dato che i suoi pilastri sono ancora sani, un ponte ciclopedonale che potrebbe essere molto funzionale anche per i Cammini di Francesco?

Punti di Vista
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