Liceo artistico di Anghiari: non ci sono i numeri per aprire il convitto
Anche le categorie economiche tentano di aiutare la scuola con un video promozionale
Quale futuro per il liceo artistico di Anghiari? Con la presentazione del video riassuntivo sulle scelte didattiche della scuola, avvenuta lo scorso 28 dicembre alla presenza dell'onorevole Marco Donati, del sindaco Alessandro Polcri e dell'assessore Angela Cimbolini, è stato fatto un ammirevole tentativo da parte anche delle categorie economiche per salvare (e possibilmente rilanciare) un istituto che in passato ha creato professionalità nel settore del restauro del mobile antico e dell'intarsio, ma che negli ultimi anni ha seriamente rischiato una chiusura scongiurata dalla ricostituzione della classe prima, composta in origine da 12 studenti, alcuni dei quali però si sono già ritirati. Per il resto, è rimasta una classe quinta con altri 12 ragazzi che fra qualche mese chiuderanno il loro percorso; in mezzo, tre anni di buco. "Abbiamo deciso di focalizzare la didattica solo sul design del legno e della liuteria – ha affermato il professor Luciano Tagliaferri (nella foto), dirigente scolastico – togliendo l'indirizzo multimediale, anche perché sarebbe stato un "doppione" di Arezzo e di Sansepolcro. L'obiettivo è quello di ricreare le professionalità attraverso il potenziamento dei cinque laboratori (il ribattezzato progetto 5L), che nasce con la collaborazione di artigiani ed esperti del territorio, i quali vengono a scuola per curare la parte specifica della scuola, a fianco dell'istruzione liceale". E per ciò che riguarda il convitto? "Al momento c'è la struttura di Palazzo Testi, ma mancano i numeri: sono soltanto due i giovani che frequentano la scuola di Anghiari, ospitati ad Arezzo, per cui al momento l'apertura non è assolutamente possibile. Ecco perchè abbiamo diffuso su tutta Italia il nostro video illustrativo, facendo capire come Anghiari sia in grado di abbinare scuola e convitto per chi, provenendo da lontano, volesse dedicarsi al design del legno. Proviamo insomma a ridare linfa a questa scuola (nata una cinquantina di anni fa su impegno del senatore Giuseppe Bartolomei n.d.a.), perché è un patrimonio nazionale e non solo degli anghiaresi". Istituzioni scolastiche e associazioni degli artigiani fanno insomma tutto quanto è nelle loro possibilità: d'altronde, la chiusura di un indirizzo didattico come questo sarebbe un impoverimento, ma il duro impatto con la realtà di oggi – dove certe logiche sono cambiate – rende di fatto obbligatoria la formazione di una nuova classe prima, per evitare che il liceo di Anghiari rimanga una scuola per pochi intimi. Il rischio chiusura sembra essere altrimenti sempre più vicino.
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