Opinionisti Andrea Franceschetti

Strizzo gli occhi e faccio click

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Ci sono goal che ho visto una volta sola, magari neanche a colori ma dentro una TV ancora in bianco e nero, che per vederla accesa dovevi aspettare qualche minuto prima che un puntino in mezzo allo schermo si allargasse in un'immagine.

Quei goal li ho visti, da bambino, una volta sola, al "90° minuto" dell'ora più malinconica della domenica, le 18, quasi sempre a casa dell'amatissimo zio, condividendo con lui l'attesa delle immagini della nostra squadra del cuore.

Quei goal, visti una volta sola, li vedo e rivedo (ogniqualvolta ne abbia voglia) nel campo verde della mia memoria, li ricordo a un cuore palpitante, li rammento alla mente vivida, li rimembro nelle membra con tanto di brividi emozionali.

I goal di oggi, invece, che posso vedere e rivedere (e infatti vedo e rivedo) su youtube non mi rimangono altrettanto impressi.

Li perdo, nello spazio di una notte, effimeri come certe farfalle.

Perché la memoria è selezione di ricordi, così come l'arte nient'altro è che memoria rielaborata.

Scattiamo fotografie in ossessiva continuazione, giriamo video e li rigiriamo a ogni utenza, impressioniamo file (leggi 'fail') ma non ci lasciamo più impressionare.

E viviamo la vita per metà, perché per l'altra metà scattiamo.

Poi la vita vera, quella da selezione dei ricordi per sedimentare memoria, giunge a ridursi a un quarto, per il nostro conseguente selezionare immagini che non ci soddisfano, per il nostro modificare immagini con filtri, per il nostro salvare memoria destinata a una memoria esterna, esterna a noi.

Mia figlia ('la bambina' che ero io 30 anni fa) ha trovato una soluzione. 

Quando qualcosa le piace per davvero (fuochi d'artificio a salice piangente, pennette olio e speck gustate in giardino, materassino a forma di fenicottero su mare mosso,...) la fissa per tre secondi con la vorace intensità dei suoi occhi spalancati, poi quegli occhi li strizza e scatta la foto per impressionare la pellicola del suo cuore.

Lo fa anche quando mi dà la buonanotte.

Allora strizzo gli occhi anch'io, in un click che porto in dote perpetua alla selezione del mio veramente vissuto.

Redazione
© Riproduzione riservata
23/08/2017 09:17:14

Andrea Franceschetti

Nato a Pieve Santo Stefano è un giornalista e scrittore, oltre che insegnante presso il Liceo “Città di Piero” di Sansepolcro. Fra gli altri, ha pubblicato il saggio Grammatica e Canzoni - Preziosismi, licenze poetiche e strafalcioni nella musica leggera (in lingua) italiana (2013) e i romanzi Bianco (2014), Io ne amo solo tre (2015) e Il maestro (2017).


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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