Furbetti del cartellino – Polverone propagandistico?
Timbrare il cartellino in entrata al lavoro e poi uscire per andare a fare i propri comodi è un comportamento inammissibile oltreché un reato trattandosi di dipendenti pubblici. In un periodo di crisi e carenza di posti di lavoro è ancora più grave ed un'offesa per tutti i disoccupati e precari che versano in condizioni economiche di povertà. Certo, a mio parere, non si può nemmeno sparare a zero su tutti i dipendenti pubblici dove la stragrande maggioranza comunque svolge il proprio lavoro in maniera onesta, con serietà e nella consapevolezza di svolgere un servizio ai cittadini. Voglio ricordare proprio il servizio alla popolazione che il dipendente pubblico è chiamato e obbligato a dare in quanto tale, anche se nel corso degli anni questo ha subito un notevole cambiamento dal momento in cui il contratto dei dipendenti della pubblica amministrazione è diventato di tipo privatistico, tanto che adesso il neo assunto non presta più il giuramento alla Repubblica Italiana, ma sottoscrive un contratto con il dirigente di turno. Quindi una domanda mi sorge spontanea: "I doveri del dipendente, anche se pubblico, sono nei confronti dell'amministrazione che lo assume attraverso il dirigente o sempre nei confronti di quella popolazione richiamata dalla stessa Costituzione Italiana?". Per quanto mi riguarda è sempre valido quel giuramento che nel lontano 1983 fui chiamato a prestare e che recitai con voce tremante.
Ancora una domanda: "Non è forse propaganda ed un sistema per nascondere i veri problemi (vedi Banca Etruria & co. nella quale vicenda compaiono nomi altisonanti della politica attuale e per la quale vengono fatte leggi ad hoc) ed una preparazione al referendum sullo smembramento della Costituzione Italiana?".
Certo è facile far passare il messaggio, per colpa di pochi, che tutti i dipendenti pubblici sono fannulloni avendo il controllo degli organi di informazione compresa la TV di Stato. Ma tutte le promesse fatte in campagna elettorale del tipo: "Abbasseremo gli stipendi ai parlamentari" – "Diminuiremo il numero dei Parlamentari" ecc. ecc., perché non si mettono in pratica cercando di eliminare l'assenteismo in Parlamento in maniera seria magari obbligandoli alla presenza e legando lo stipendio a dei gettoni? Durante il mandato politico dovrebbe essere fatto loro divieto di esercitare qualsiasi professione pena l'annullamento dello stipendio parlamentare o, meglio ancora, "Licenziandoli entro 48 ore".
Concludo sperando di aver stimolato una riflessione in merito.
Daniele Bistoni
Dipendente pubblico amministrativo. Esperienza nel campo della comunicazione pubblica, ha collaborato scrivendo articoli per una testa locale per circa tre anni. Una lunga collaborazione come responsabile del Museo Storico Scientifico del Tabacco di San Giustino, dalla nascita nel 2004 fino al 2014. Appassionato delle tradizioni della Valtiberina, di cucina locale e di sigari Toscani e nazionali. Molto legato alla storia della ex Repubblica di Cospaia tanto da ripristinare nel 2009, sotto l'indirizzo della Fondazione per il Museo Storico Scientifico del Tabacco ed il Comune di San Giustino, la tradizionale festa rievocativa che ad oggi prosegue grazie alla Proloco specifica.
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