Pronto Soccorso di Arezzo: situazione inaccettabile, la lettera di Gianfrancesco Gamurrini

È una carenza di risorse? È un'incapacità di gestione? È una scelta politica non dichiarata?
Gianfrancesco Gamurrini ex vice sindaco di Arezzo e papabile alla candidatura a sindaco alle elezioni di primavera, ha scritto una lettera pubblica al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani per raccontare la sua avventura al Pronto soccorso dell'ospedale San Donato di Arezzo. “A seguito di un problema di salute, su consiglio medico mi reco al pronto soccorso di Arezzo. Faccio subito una precisazione che considero doverosa: massimo rispetto e 10 e lode al personale infermieristico. Gentili, educati, professionali. In condizioni che definire difficili è un eufemismo. Io, al loro posto, probabilmente non ce la farei. Per il resto, presidente, quello che ho visto è stato imbarazzante. Vengo sistemato su una sedia e mi viene dato un Brufen, in mezzo a decine e decine di persone. Chiedo una mascherina per rispetto degli altri. Il Covid, evidentemente, è rimasto solo nella memoria di pochi, ma stranamente non dentro gli ospedali. Privacy: inesistente, dignità prossima allo zero. Signore anziane sedute lì dalle 11 del mattino. Io arrivo alle 18.30. Alle 19.30 un uomo, disabile al 100%, se ne va - giustamente arrabbiato - dopo otto ore di attesa senza essere visitato. Io resisto tre ore. Poi me ne vado anch'io. Avevo capito che avrei fatto mattina su quella sedia, tra lamenti, tosse, sofferenza e scene che non auguro a nessuno. A quel punto, tanto valeva restare a casa. Così, semplicemente, rinuncio alle cure pubbliche. La mattina seguente mi reco al pronto soccorso del Centro Chirurgico Toscano. Ovviamente a pagamento. Lì trovo il servizio che mi sarei aspettato dal servizio pubblico. E qui nasce il problema vero. È accettabile tutto questo in Toscana? Capisco le difficoltà. Capisco gli accessi impropri. Capisco le carenze. Quello che non capisco e non accetto è un sistema che: umilia chi è fragile, costringe chi può a pagare, lascia chi non ha alternative seduto su una sedia per ore, senza dignità. Questo non è solo un problema sanitario, è un problema civile. Perché accade questo? È una carenza di risorse? È un'incapacità di gestione? È una scelta politica non dichiarata? Oppure va tutto bene così e siamo noi cittadini a non capire? Quest'anno sotto l'albero non le chiedo miracoli presidente Giani, le chiedo solo che il pronto soccorso di Arezzo torni a essere un luogo di cura, non di sopportazione. Di rispetto, non di rassegnazione. Perché la sanità pubblica non è un favore. È una responsabilità istituzionale. E forse, a Natale, vale la pena ricordarselo.”
Dopo la lettera di Gamurrini arriva un comunicato dalla Regione Toscana, per coincidenza oppure no, l'Asl Toscana sud est annuncia che si sta preparando un piano per migliorare il servizio del Pronto soccorso dell'ospedale San Donato di Arezzo. “Stiamo attraversando una fase molto critica, determinata da diversi fattori, primo fra tutti la carenza di personale - sottolinea Marco Torre, direttore generale dell'Azienda - Tenendo conto delle risorse disponibili oggi e di quelle che avremo in futuro, riprogetteremo complessivamente i nostri servizi per restituire ai cittadini, e al nostro personale, condizioni di assistenza e di lavoro migliori rispetto a quelle attuali. L'impegno dell'Azienda sarà massimo, a partire dall'accoglienza dei cittadini e dal loro coinvolgimento, per ridurre un carico di lavoro che oggi vede oltre il 50% degli utenti accedere al Pronto soccorso in situazioni che potrebbero essere gestite in altri contesti assistenziali”.

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