Rubrica Lettere alla Redazione
Lettera aperta/appello del Corsaro a Marco Torre Dg Asl Toscana Sud Est

Grida fino a far sanguinare le corde vocali, quasi fino a farsi scoppiare la giugulare
Grida. Grida fino a far sanguinare le corde vocali, quasi fino a farsi scoppiare la giugulare. Non contro qualche paesano, che magari lo meriterebbe anche. Contro i suoi demoni ultraterreni che si riaffacciano ogni volta che rallenta i farmaci. E capita sempre più spesso ultimamente. Non è pericoloso verso gli altri, Elettro, come lo chiameremo. Ma soprattutto verso sé stesso. Si punisce chissà per quale presunta colpa. Oppure, più semplicemente, ce l’ha con questo mondo ipocrita e menefreghista. Come dargli torto? La vita con lui non è stata clemente. Ma di questo vi diremo brevemente dopo. Negli anni che furono a Pieve è stato persino assessore, mi pare alla Sanità (ironia della sorte) ed era uno stimato professionista, un artigiano che faceva miracoli. E che sono ricordati da molti pievani ancora oggi. Gente che gli vuole bene e che si danna a vederlo in quello stato.Chi non si danna affatto invece sono gli assistenti sociali che non ci sono a Pieve Santo Stefano, se non due ore a settimana. Uguale a niente. O qualche assessore del comune deputato alla sicurezza altrui o alla pacifica convivenza, alla cura della persona o all’ umana umanità. Oppure i dottoroni ben pagati dalla collettività del Sim (Servizio di igiene mentale) di Sansepolcro. Che cambiano con la velocità della luce, ruotano tra un “servizio” e l’altro con la leggerezza di una piuma. E lo lasciano solo da un mese all’altro.Ma non ha famiglia, Elettro? Lo chiedono certi illuminati, quelli a cui non urta una persona ridotta a “scemo del villaggio” a presunto “disturbatore della quiete pubblica”. Sì, ce l’ha una famiglia. O meglio, ce l’aveva. L’ha persa durante un pesante periodo di depressione, anni fa. Ha un figlio, un bellissimo e bravo ragazzo con cui va a mangiare la pizza ogni tanto. Che però lui sì, ha famiglia. E non vorrebbe perderla. Domanda: è giusto addossare a un figlio ciò che rimane nella vita di un uomo ferito dalla vita stessa, accollargli la responsabilità di affrontare i suoi problemi? Problemi che per essere contenuti e successivamente risolti, senza forse, vanno oltre alla buona volontà e all’affetto filiale. No?“Allora facciamogli un Tso” (Trattamento sanitario obbligatorio, nda), blatera qualcun altro. Come se servisse stordire per qualche giorno in maniera coatta un essere umano e poi ributtarlo, abbandonato a sé stesso e ai suoi deliri, nella gogna della quotidiana indifferenza.Ecco che allora il Corsaro si appella a chi, il Direttore generale della Asl Toscana Sud Est Marco Torre, si è dimostrato anche recentemente, sulla questione pediatrica, persona di buon senso, buone capacità manageriali e buoni sentimenti. Ci aiuti lei direttore, sotto Natale, a far diventare più buone e attive tutte le pedine del puzzle. Perché non è solo questione di umana solidarietà. Ma del rispetto di un articoletto, il 32, della nostra Costituzione.Con gratitudine per ciò che potrà fare, creda, anche da parte di Elettro e di ciò che rimane della sua famiglia. Oltre che di una larga parte di cittadini pievani.
Stefano Mencherini

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