Grande caldo, Fp Cgil Umbria: “Tutele per lavoratori igiene ambientale e coop sociale”

L’organizzazione chiede l’estensione a questi due ambiti e attenzione da parte delle aziende
“Chiediamo urgentemente alle società dei comparti dell’igiene ambientale e della cooperazione sociale, e relative associazioni datoriali, l’adozione di misure preventive e organizzative a tutela della salute e sicurezza delle maestranze, come l’aumento delle pause e la rimodulazione dei turni, evitando le ore di lavoro nelle ore più calde del pomeriggio”. È quanto affermano i segretari della Fp Cgil Umbria, Michele Agnani e Fabrizio Cecchini, alla luce delle temperature elevatissime che in questi giorni stanno interessando il territorio regionale e che si prevede continueranno nei mesi estivi. “Questa situazione – spiegano Agnani e Cecchini – rappresenta un rischio reale e crescente per la salute e la sicurezza dei lavoratori, in particolare, per coloro che operano in settori con attività all’aperto, come nel campo dell’igiene ambientale (dallo spazzamento delle strade al lavoro negli gli impianti di trattamento) o nel settore della cooperazione sociale in cui almeno il 30% dei lavoratori rientra nelle categorie fragili. In particolare parliamo di quelle cooperative che operano in attività di servizi in appalto per le pubbliche amministrazioni o per le società partecipate, quali la lettura dei contatori di acqua e gas, la manutenzione del verde, la gestione cimiteri, le pulizie civili e industriali”.
“Il rischio legato allo stress termico ambientale, già ampliamente documentato dall’inail negli anni precedenti – affermano ancora dall’Fp Cgil Umbria –, è oggi ancor più grave come confermato dal protocollo d’intesa sottoscritto il 2 luglio tra governo e organizzazioni sindacali nazionali. Intesa che prevede strumenti di supporto per le modifiche di lavoro e l’attuazione delle buone prassi di prevenzione, e in cui un ruolo fondamentale lo svolgono i medici competenti. Per proteggere i lavoratori dal caldo estremo sono previsti indumenti adeguati, facile accesso all’acqua potabile, messa a disposizione di sali minerali o integratori per allevaire e ridurre il rischio di disidratazione e incremento del numero di pause, da modulare in funzione della temperatura reale e della temperatura percepita e tenendo conto delle condizione di salute dei singoli lavoratori ed eventuali condizioni di fragilità”.
“Su questo tema – concludono i segretari Agnani e Cecchini – è intervenuta anche la giunta regionale con una delibera che limita il lavoro nelle ore più calde, per due settori fortemente esposti quali l’edilizia e il floro vivaistico agricolo. Riteniamo tale delibera positiva, anche se pensiamo non debba essere limitata a solo due settori, ma che venga estesa, anche se con peculiarità diverse, anche ai settori sopra esposti. Riteniamo fondamentale anche il ruolo dell’ispettorato del lavoro e degli uffici prevenzione e protezione delle Usl nelle attività ispettive di verifica e controllo per il rispetto del decreto 81 e quindi chiediamo chi si rafforzino i controlli”.
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