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1944: la liberazione di Sestino

Perdere la memoria è una malattia

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Non  sono mancati, in  questi ultimi 80  anni, studi sulla Linea Gotica, sulla occupazione tedesca  di Sestino, sui drammi personali e collettivi vissuti in quel periodo del 1944. E se la documentazione d’archivio è stata abbondantemente studiata e testimonianze di protagonisti e testimoni di quei gjorni hanno aggiunto particolari e riflessioni profonde, riflettere ancora su quel periodo diventa importante per la storia in generale, per Sestino in particolare e per le ragioni della politica da non  dimenticare. Perché perdere la memoria è una malattia.

In questi mesi molte località, che ci  circondano o che da noi non sono lontane, quei  giorni tremendi della Linea Gotica, li hanno rivissuti, con varie  modalità, li hanno ricordati, li hanno riesumati da pubblicazioni, tombe, epigrafi, epistolari… Soprattutto dai cuori, perché in molti ci sono ricordi di varie tragedie.

Noi, molti di noi, oggi transitiamo per strade, vie, piazze e calpestiamo sangue asciugato, lacrime nascoste, muri ricostruiti …

Quando fu definitivamente liberato Sestino? Quando, in fuga le truppe di Salò e quelle teutoniche, arrivarono in Sestino le prime  truppe alleate? E cosa  successe in quei giorni, anzi in quelle ore?  I nostri nonni, le nostre mamme, come trovarono le case, le stalle, le botteghe al rientro? Quante sepolture e croci lungo le  strade, al limitare dei campi’ nei cimiteri? E quanti letti vuoti perché chi li aveva occupati era scomparso, chissà dove?.

Qualcuno forse pensa che  tutto  ciò – oggi- è inutile. Anche  se  le guerre che riempiono le televisioni e i giornali, ci squadernano i dolori di uomini, donne, bambini… Anche i bambini di Sestino, vissero tragedie simili e noi di campagna si andava a vivere e a dormire nelle grotte dei boschi più  folti. E sulla porta  di casa  avevamo  schegge  conficcate.

Sestino ha una  amministrazione comunale, ha varie  associazioni, ha una  scuola: non  dimentichiamo le tragedie, le  conseguenze di una guerra - dentro la  quale  abbiamo  vissuto – e proponiamo percorsi di pace. Come in passato,  proseguiamo a “fare  memoria”.

(Giancarlo  Renzi)

Redazione
© Riproduzione riservata
04/10/2024 08:49:39


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