Le Pen a un passo dal governo, il "blocco repubblicano" nel caos
Secondo Le Monde sono già 190 coloro che hanno trovato l'accordo contro le destre
Giorni concitati quelli della Francia che si prepara al secondo turno delle elezioni dell'Assemblea nazionale, il cui scioglimento è stato decretato da Emmanuel Macron, all'indomani delle Europee. Scelta che, secondo quanto si sta delinendo, sembra gli si sia ritorta contro contro. La stampa francese già parla di un "re spodestato" e di Marine Le Pen in attesa di passare all'incasso. L'appello del presidente della Repubblica al "blocco repubblicano" per fermare le destre potrebbe non raggiungere pienamente l'obiettivo. Dopo il risultato senza precedenti ottenuto dal Rassembleman Nationale di Marine Le Pen (33,14%), anche nei palazzi dove siedono i suoi uomini e le sue donne gli umori sono tentennanti. Si parla di un vertice nella serata di ieri all'Eliseo, molto teso. Il modesto risultato del primo turno apre a scenari incerti e a un rivolgimento politico che è già nei fatti.
La stampa francese non fa mistero delle incongruenze che accompagnano l'auspicio di Macron, nella cui formazione abbondano quelli per i quali il Rn poco si differenzia da France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon. Così l'ex premier Edouard Philippe, scrive Repubblica, ragiona su una "maggioranza alternativa", che escluda il leader del primo partito del Front Populaire.
Ma a bilanciare ci pensa il numero 2 del governo, Bruno Le Maire, che prova a chiudere i distinguo per tuonare che "non un solo voto vada a Marine Le Pen". ''Smettiamola di girarci intorno. Il Rassemblement National è un pericolo per la Repubblica - scrive in un intervento pubblicato su X -. Rimettere in discussione la lealtà dei cittadini francesi con doppio passaporto è ributtante. Tornare sullo ius soli per lo ius sanguinis è un insulto al nostro spirito universale", sostiene il ministro dell'Economia che invita a "a fare il conto" di tutti quei cittadini con doppio passaporto, ad esempio francese ed italiano, di cui ''in questo modo avremmo perso il contributo alla grandezza della Francia".
Più determinato, il leader di France Insoumise ha già dato istruzioni perché laddove si registrino i "triangolari" con un proprio esponente in terza posizione, segua il passo indietro necessario per concentrare i voti sul candidato del "blocco" contro le destre. Che può essere chiaramente un macroniano. Il sacrificio chiesto si presenta in tutta la sua pesantezza: come per Macron, la campagna elettorale di Mélenchon si è concentrata sia contro la formazione di Le Pen che contro quella Ensamble, considerato foriero di politiche liberiste non dissimili da quelle della destra.
Già 190 desistenze anti Rn
A questa mattina il numero di desistenze anti-Rn è giunto a 190, tutti candidati e candidate delle "triangolari" che hanno annunciato il ritiro a favore del nome con più possibilità di vittoria contro le destre. Secondo un conteggio fatto da Le Monde, sono 123 i candidati della gauche e 64 della maggioranza che - arrivati al terzo posto - hanno ritirato la propria candidatura. Comunque vada la decisione va presa entro oggi alle 18, ora in cui si chiuderanno le candidature. Le triangolari previste sono 306, alle quali si aggiungono 3 quadrangolari, un numero destinato a diminuire dopo il conteggio finale delle desistenze per sbarrare la strada al Rassemblement National.
Insomma la campagna si prospetta decisamente incerta, con dall'altra Jordan Bardella, il candidato premier di Rn, pronto a guidare un governo di minoranza. Una coabitazione alla quale si starebbe preparando anche Macron tanto che Le Monde evoca persino l'immagine dei due seduti accanto il 14 luglio per la Festa nazionale. Per la stessa percezione di ineluttabilità del futuro prossimo, Macron si sarebbe affrettato a indicare il suo commissario Ue, Thierry Breton, che tra qualche giorno non avrebbe più potuto indicare.
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