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Servizi segreti russi in Italia: i casi oscuri degli ultimi 10 anni

L'Italia al pari degli altri stati europei è stata oggetto di operazioni dello spionaggio russo

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Sembra un caso, ma proprio il 21 febbraio di trenta anni fa un uomo dall'aspetto apparentemente comune, che rispondeva al nome Aldrich Ames, alto dirigente della Cia distaccato a Roma, veniva arrestato da agenti dell'Fbi mentre scendeva da una Jaguar. Era stato reclutato dallo spionaggio russo come doppiogiochista, e aggirandosi tra i locali e i ristoranti che appartennero alla Dolce Vita di Fellini, agì pressoché indisturbato nella cessione di informazioni classificate, usando il nostro Paese come "zona franca" per bruciare la copertura di agente del blocco occidentale e accumulare il denaro necessario a "vivere" la vita che desiderava.

Quella che oggi ci sembra una lontana storia "da Guerra fredda", proprio in questi giorni in cui gli italiani stanno dimostrando il loro cordoglio per la morte di Alexei Navalny e diffuso discredito nei confronti del capo del governo russo Vladimir Putin; mentre il capo del Cremlino esprimeva parole affettuose nei confronti del nostro Paese dicendo a una studentessa dell'università di Mosca quanto l'Italia sia sempre "stata vicina alla Russia"e come si fosse "sempre sentito a casa"; dovrebbe invece ricordarci come nell'ultima decade il nostro paese sia stato - al pari di molti altri stati europei - soggetto a operazioni di spionaggio da parte degli agenti russi, che hanno reclutato personale militare ed elementi civili, avvicinato politici, e secondo alcune visioni addirittura tentando di "interferire" nel processo democratico delle elezioni.

I servizi segreti russi e l'Italia

Le agenzie d’intelligence russe che operano in Italia e all'estero, sono principalmente l’Svr, servizio di intelligence esterna analogo alla Cia e al nostro Aise, il Gru, servizio d’intelligence militare, e particolari distaccamenti dell'Fsb, servizio federale di sicurezza che si occupa delle questioni interne alla Russia e che viene spesso definito l'erede diretto del Kgb sovietico, da sempre esperto nel reclutamento di spie e doppiogiochisti, come nella conduzione di operazioni che miravano a "influenzare e destabilizzare" la politica e psicologica dei paesi "avversari" di Mosca.

Come spiegava tempo fa su Formiche.it l'analista Luigi Sergio Germani, "uomini e le donne dell’intelligence russa presenti in Italia", o che si "occupano di Italia" e degli italiani dalle loro basi operative in Russia, sono in parta "preposti ad operazioni Sigint", intercettazione di comunicazioni, e alle operazioni di cyber-spionaggio; ma la "maggioranza svolge attività Humint" ossia di human intelligence: "il reclutamento e la gestione di collaboratori occulti inseriti in strutture istituzionali sensibili e settori strategici del sistema-Italia".

Le spie russe e la "calamita di via Gaeta"

Andando a ritroso nella storia, in parte documentata nel libro di Antonio Talia “La stagione delle spie. Indagine sugli agenti russi in Italia”, da quella che viene definita da alcuni la “calamita di via Gaeta” con riferimento all’ambasciata russa in Italia - situata nella suddetta via che alcuni vorrebbero intitolare a Navalny a beneficio dello zeitgeist di giornata e in dispetto d’ogni riguardo dell’antica all’arte della diplomazie - sono stati attirati diversi elementi.

L’ultimo caso noto alle cronache è quello del capitano di fregata Walter Biot, arrestato nel 2021 per aver venduto dei documenti classificati della Nato all'agente del Gru identificato come Dmitrij Ostroukhov. Nel 2020 il tenente colonnello francese M. L. , di stanza alla base Nato di Napoli, venne arrestato a Parigi per essere stato reclutato da un agente russo del Gru in Italia. Sempre a Napoli, rilevante snodo portuale italiani e punto di riferimento per le portaerei degli Stati Uniti di passaggio nel Mediterraneo, nel 2019 venne arrestato proprio su richiesta degli americani Alexander Korshunov, agente di Fsb e Svr. L’accusa era quella di “traffico di tecnologie militari”. L'Italia decise di espellerlo dal paese rimandandolo in Russia. Una sorte simile a quella che sarebbe spettata a Olga Kolobova, alias Maria Adela Kuhfeldt Rivera, spia del Gru che si era “infiltrata per 3 anni tra gli ufficiali Nato di Napoli” poi fuggita per tempo a Mosca.

Nel 2016, a Roma, era stato invece posto in stato di fermo l’agente dell'Svr Sergey Nicolaevich Pozdnyakov per aver ricevuto “documenti della Nato” da parte del funzionario portoghese Carvalho Gil. L’agente russo venne rilasciato e non estradato a Lisbona, ricorda l’analista Matteo Pugliese in una sua disamina dei casi di spionaggio legati al nostro paese. Senza dimenticare i tentativi di avvicinamento da parte dei russi al nostro apparato politico, concentratisi o rivelatisi nel contatto di personalità separate dallo spionaggio come Aleksandr Dugin e il diplomatico russo Oleg Kostyukov, ma associati ad entità dei servizi segreti russi come Andrei Kharchenko, ufficiale del V° Servizio dell’Fsb, e Igor Kostyukov, capo del Gru.

Un ultimo caso, sul quale ancora è stata fatta poca luce, è quella della fuga dell’oligarca russo Artëm Uss, figlio di un ex governatore russo vicino a Vladimir Putin, arrestato sempre su mandato delle autorità statunitensi con l’accusa di spionaggio militare e industriale e “contrabbando di petrolio dal Venezuela e riciclaggio”, poi evaso dagli arresti domiciliari a Milano mentre attendeva l’estradizione negli Stati Uniti. L’operazione venne coordinata dall'intelligence russa nel dicembre nel 2023.

Notizia tratta da ilgiornale.it
© Riproduzione riservata
22/02/2024 11:00:44


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