Trenta compagnie europee responsabili del 50% delle emissioni inquinanti prodotte in tutta l’Ue
I nomi delle aziende sotto accusa
Facile sparare sul mucchio, accusando tutte le aziende presenti sul mercato, in maniera indiscriminata, di essere responsabili allo stesso modo di inquinare l’aria e l’ambiente. Sul mercato ci sono aziende virtuose, che operano sforzandosi di ridurre il proprio impatto sugli ecosistemi, e altre “meno virtuose” che inquinano senza porsi troppi problemi. Le ha scovate tutte il gruppo indipendente no-profit Carbon Market Watch, che ha poi redatto un rapporto approfondito con tanto di mappa degli impianti più inquinanti dell’Ue (PDF). Le aziende finite sotto accusa, evidenzia il rapporto, non sempre pagano quanto dovrebbero. Meglio i colossi del settore energetico, che generano anche loro enormi volumi di gas serra ma che versano nella maggior parte dei casi quanto devono.
Il rapporto non lascia spazio a fraintendimenti, oltre il 50 per cento delle emissioni inquinanti, generate da settori coperti dal mercato del carbonio europeo, vengono prodotte in impianti riconducibili alla proprietà di 30 aziende, definiti da Carbon Market Watch “grandi inquinatori”. La lista dell’organizzazione no profit è stata ottenuta incrociando una moltitudine di dati pubblici, relativi alle emissioni coperte dai permessi dell’ETS europeo, con altri “ufficiosi” delle compagnie che detengono gli impianti ritenuti più inquinanti. Sostanzialmente la Carbon Market Watch ha dovuto seguire le tracce lasciate dai crediti di carbonio Ue, attribuiti a specifici e non generici “titolari di conti” detti account holders. Questi, grazie a complesse indagini che hanno consentito di risalire alle aziende a cui fanno capo. Una volta ottenuto l’elenco l’organizzazione non ha dovuto far altro che raggruppare le società che avevano lo stesso proprietario.
“Delle 3.515 aziende coperte dall’ETS europeo nel 2022 – si legge nel rapporto -, le prime 30 (che rappresentano meno dell’1% del totale) hanno emesso più del 50 per cento delle emissioni totali coperte dal sistema. Considerando che le emissioni totali di gas serra dell’Ue nel 2022 ammontano a 2,73 miliardi di tonnellate e le emissioni verificate nell’ambito dell’ETS Ue ammontano a 1,36 miliardi di tonnellate, ciò significa che solo 30 aziende sono responsabili della produzione di circa il 25 per cento delle emissioni totali dell’Ue per il 2022”. La Carbon Market Watch ci tiene a precisare che alcune delle compagnie finite sotto la lente inquinano pesantemente l’ambiente, ma pagano puntualmente le quote dovute. Tra queste vengono citate la tedesca RWE e la polacca PGE, entrambe con asset legati al carbone. Il problema nasce con alcune grandi compagnie che operano nel mercato del cemento e dell’acciaio, i cosiddetti “ambiti sporchi dell’ETS europeo.
La classifica
Il primo nome nella lista di Carbon Market Watch è Arcelormittal, al 4° posto assoluto per emissioni. Il volume di CO2 generato nel 2022 sfiora i 37 milioni di tonnellate (Mt), mentre i permessi gratuiti dell’ETS che ha ricevuto coprono oltre 44 Mt. Discorso analogo per la Thyssenkrupp, che si attesta, rispettivamente, a quasi 24 Mt di CO2 emessa e oltre 22 Mt CO2 coperti da permessi gratis. “Per essere sicuri di raggiungere i nostri obiettivi per il 2030 e il 2040 e per evitare il disastro climatico, sappiamo che le emissioni devono essere ridotte drasticamente - concludono gli autori del rapporto -: ma come finanzieremo questi cambiamenti? È ora di farla pagare a chi inquina, per intero”.
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